Ludwig Karl Moser (1845-1918)
Prof.ssa Lidia Rupel
Ludwig
Karl Moser visse in un periodo di grande fervore scientifico e
culturale che influenzò la sua poliedrica attività di ricercatore e
studioso. Nacque infatti il 7 novembre 1845 a Teschen nella Slesia
austriaca, oggi divisa dal fiume Olza nella polacca Cieszýn e nella ceca Tĕšín.
Moser proveniva dal quartiere di Steinplatz - Kamenec che si trova
sulla riva sinistra del fiume, quindi nella Repubblica Ceca. Proveniva
da una famiglia alquanto agiata, il padre Moriz era infatti funzionario
forestale. Karl era il terzogenito e nel suo manoscritto, intitolato Aus meinem Leben
e conservato nel Museo di Storia Naturale di Trieste, ricorda anche il
fratello Moriz, maggiore dell'esercito, morto a Trieste nel 1884, e la
sorella, Emilie.
Karl passò l'infanzia e
l'adolescenza nella natia Teschen conseguendo il diploma di scuola
superiore nel giugno del 1866 presso il Liceo Cattolico di Teschen.
Quella stessa estate passo le vacanze nel piccolo villaggio di Nydek nei
Monti Beskidi che egli descrive nel suo manoscritto con dovizia di
dettagli a riprova dell'amore per la montagna che fu una delle grandi
passioni della sua vita. Lo testimoniano numerosi scritti in cui parla
delle sue imprese alpinistiche, a volte anche notevoli come per esempio
la scalata del Hoher Dachstein (2995 m ) in Austria Centrale nel 1884.
Dopo
la maturità avrebbe voluto iscriversi all'Accademia d'Arte, ma il padre
si oppose, così si iscrisse prima alla Facoltà di Medicina di Vienna,
passando ben presto agli studi di scienze naturali. Ciò nonostante
continuò a coltivare la sua passione per la pittura: lo attestano gli
acquarelli e i disegni conservati.
Conseguì la
laurea nel 1871 e decise di dedicarsi all'insegnamento e insegnò in
qualità di supplente prima a Krems, nell'Austria inferiore, poi a Vienna
e dal 1874 al 1876 come professore abilitato nella natia Teschen presso
la Staats-Realschule. Per l'anno scolastico 1876/77 gli fu conferita
una cattedra presso il liceo classico statale di lingua tedesca di
Trieste. Così nel settembre del 1876 si trasferì a Trieste con la
famiglia, nel 1875 infatti si era sposato con Katharina Maul ed aveva
avuto un figlio, Karl, nato a Teschen il 12 dicembre del 1875. Il
ginnasio tedesco di Trieste si trovava in Leipziger Platz, (p. A.
Hortis) nell'edificio che ospita oggi l'Istituto Nautico, dove si era
trasferito proprio nell'a.s.1876/77, quando Moser vi aveva preso
servizio. Nello stesso anno Carlo de Marchesetti era stato nominato
direttore del Museo di Storia Naturale che aveva sede nel Palazzo
Biserini, proprio di fronte al ginnasio, così due eminenti studiosi, i
cui rapporti non furono certamente improntati ad una sincera amicizia,
si ritrovarono a lavorare nella stessa piazza. Il ginnasio tedesco negli
anni, in cui vi insegnò Moser, ebbe un ruolo molto importante e
crescente nella realtà triestina: basti pensare che il numero degli
iscritti nell'a.s. 1876/77 era di 192, nell'anno 1913/14 invece era
salito a ben 619, nonostante nell'a.s. 1863/64 fosse stato attivato il
ginnasio superiore comunale italiano che il 1 novembre 1912 fu
intitolato a Dante Alighieri. Moser insegnò scienze naturali in tutte le
classi previste, ma anche matematica e fisica, sporadicamente geografia
e persino calligrafia. I programmi scolastici e i libri di testo erano
gli stessi sia a Trieste che a Teschen quindi il trasferimento non
comportò alcun cambiamento dal punto di vista dell'insegnamento. Le
prime classi erano molto numerose, oltre 40 studenti, di nazionalità
diverse: italiani, sloveni, tedeschi, ma non solo.
Già
durante il suo primo anno di insegnamento egli fu nominato custode
della raccolta di materiale scientifico del Gabinetto di Scienze
Naturali del ginnasio. All'arricchimento della raccolta contribuivano
con doni sia gli studenti che i privati e lo stesso Moser, venivano però
fatti anche numerosi acquisti. Nel 1891 la raccolta era composta da ben
7398 oggetti che vennero da lui organizzati con l'ausilio degli
studenti in modo sistematico.
Dal punto
di vista scientifico e culturale il ginnasio tedesco era molto
stimolante, numerosi colleghi di Moser si distinguevano per le loro
attività di ricerca in campi scientifici diversi: come per esempio
Alexander Gaheis (1869–1942), archeologo, professore di latino e greco e
responsabile della raccolta archeologica della scuola; nel 1902
pubblicò il materiale epigrafico e numismatico degli scavi eseguiti da
Moser a San Servolo, e in seguito si distinse come direttore degli scavi
di Lauriacum; Eduard Pospichal (1838–1905), ceco, professore di latino,
greco e tedesco, ma anche di scienze naturali, autore dell'opera Flora des österreichischen Küstenlandes,
Vienna, 1897–1899; Oscar Edler von Hassek(1847–1905), nato ad Udine,
professore di italiano ed autore di numerosi studi di italianistica e di
testi scolastici per l'insegnamento della lingua italiana; tra i
colleghi sloveni è da ricordare Janez Jesenko (1838–1908), geografo e
professore di geografia e storia, autore di testi scolastici di
geografia e storia, traduttore dall'inglese e francese e Karel Glaser
(1845–1913), nativo della Stiria, linguista, storico letterario,
conoscitore del sanscrito ed esperto di letteratura indiana, traduttore e
strenuo difensore dei diritti della lingua slovena, autore di una
Storia della letteratura slovena (Zgodovina slovenskega slovstva) in quattro volumi (1894–1900).
Moser ebbe ottimi rapporti con i propri studenti, lo dimostra il fatto
che molti collaborarono con lui condividendo il suo interesse per la
speleologia e prendendo parte alle esplorazioni delle grotte. Tra questi
vanno ricordati in modo particolare Ivan Andrej Perko (1876–1941), in
seguito direttore delle Postojnske jame e del locale Istituto
Speleologico; Norbert Krebs (1876-1947), docente di geografia in diverse
università tedesche che soprattutto all'inizio della propria carriera
accademica si occupò molto del Carso; Ernst Felix Petritsch (1878-1951),
ingegnere e docente. Alla fine del 1893 i fratelli Petritsch e Perko
fondarono, probabilmente sotto l'influsso di Moser, il circolo
speleologico studentesco Hades Verein che fu sciolto dalle autorità
austriache già nell'estate del 1894. I membri del gruppo confluirono poi
nel Comitato Grotte del Club Touristi Triestini, di cui Moser fu
presidente dal 1895 al 1899.
Moser insegnò nel liceo di Trieste per ventotto anni e andò in pensione a 59 anni nel 1904.
In
questo lasso di tempo gli erano nati altri tre figli, ma di questi
soltanto Edoardine, nata nel gennaio del 1880, sopravvisse, perse la
moglie nel febbraio del 1908. Traslocò molto spesso: il primo indirizzo
documentato è Androna del Moro 1, oggi via Antonio Caccia, in seguito
abitò in via Cecilia 10, oggi via Cecilia de Rittmeyer, in via Carradori
7, oggi via Trento, in via della Zonta 2, in via Lavatoio 1, l'ultimo
indirizzo noto è via Ruggero Manna 20, dove risulta abitare in base ai
dati del comune ancora nell'estate del 1916. Morì a Bolzano il 2 giugno
1918 e non è stato possibile sinora individuare il motivo che lo aveva
spinto a lasciare Trieste, forse l'avvicinarsi e l'acuirsi del conflitto
bellico o forse la presenza in loco di qualche parente.
Il
periodo triestino fu comunque molto proficuo per Moser per quanto
riguarda la ricerca scientifica che egli sviluppò in vari campi.
L'insegnamento gli lasciava tempo sufficiente per dedicarsi ad essa: vi
dedicava i pomeriggi, le domeniche, i giorni festivi, le vacanze estive,
raggiungendo i vari siti soprattutto con il treno. I suoi interessi
spaziavano in moltissimi campi di ricerca: la mineralogia, alla quale si
dedicò soprattutto all'inizio della sua carriera, l'ornitologia,
l'entomologia, la botanica, la sismografia, ma in particolare amò la
speleologia e l'archeologia. Nel 1883 si impegnò affinché fosse
costituito un gruppo speleologico presso la Sezione locale (del
Litorale) della Società Alpina Austro Tedesca (Deutscher und Österreichischer Alpenverein – DÖAV).
Negli anni 1883-1885 Moser visitò numerose grotte carsiche (Berlova
jama, Grotta Fioravante/Terezijina jama (Theresien Höhle), Grotta
Bac/Pečina Bač, Grotta Alessandra/Ouhnica ecc.). Ancora più numerose
sono le grotte visitate nel decennio successivo, in alcune di queste
ritornò ripetutamente come nel caso della Grotta del Pettirosso/ Pejca v
Lašči (Vlašča Pečina, Rothgartl-Höhle) che visitò come si evince dal
suo diario ancora il 13 marzo 1915. Questo attaccamento alla Grotta del
Pettirosso si può spiegare forse con l'irrisolto problema degli oggetti
in osso incisi, dei quali scrisse spesso, benché fossero stati ben
presto definiti falsi. I risultati di queste pluriennali ricerche furono
pubblicati dal Moser nel 1899 nella sua opera più ampia, nella
monografia Der Karst und seine Höhlen.
Nel
1883 Moser eseguì anche i primi scavi archeologici sistematici nella
necropoli di Beram/Vermo in Istria, mettendo in luce ben 100 tombe ad
incinerazione, in seguito altrettanto importanti furono gli scavi della
necropoli di San Servolo/Socerb del 1902-1904, quando indagò
complessivamente 111 tombe protostoriche e 54 tombe di età romana. Si
occupò occasionalmente anche di castellieri protostorici, visitandoli e
scrivendone a varie riprese a partire dal 1884.
Le
sue ricerche archeologiche coincisero spesso con le attività di ricerca
di altri studiosi (Puschi, Marchesetti) e ciò non favorì certamente la
collaborazione tra i ricercatori, ma fu fonte di incomprensioni e
rapporti spesso tesi. Moser, comunque, differiva dagli altri studiosi
anche per l'attenzione con cui annotava i toponimi originali dei siti
visitati, riportando la forma corretta dei nomi senza denominazioni
arbitrarie, mostrando così rispetto ed interesse per la cultura della
zona indagata.
Un'attività di ricerca
così ricca produsse anche un numero notevole di scritti: sinora sono
stati evidenziati ben 261 titoli, ma non è detto che la ricerca sia
conclusa. In loco collaborò molto spesso con il quotidiano di lingua
tedesca di Trieste, il Triester Zeitung, a Vienna scrisse nei più importanti periodici scientifici austriaci, cioè nelle riviste della Società Antropologica di Vienna (Mittheilungen der Anthropologischen Gesellschaft in Wien) e della Commissione Centrale per lo Studio e la Conservazione dei Beni Artistici e Storici (Mittheilungen der k.k. Central-Commission Zur Erforschung Und Erhaltung Der Kunst- Und Historischen Denkmale) di cui fu nominato corrispondente nel 1890. Collaborò con la Commissione Preistorica dell'Accademia delle Scienze di Vienna, fu “mandatario (Mandatar)”
del Circolo Scientifico Militare di Trieste e della Società
Ornitologica di Vienna, forse anche del Museo Etnografico di Lepzig,
dal 1876 era membro della Società Alpina Austro Tedesca e dal 1887
anche della Società Zoologica e Botanica di Vienna e della Società
Speleologica di Vienna, dal 1895 al 1899 fu presidente del Club Touristi Triestini.
Sviluppò inoltre anche una ricca attività di conferenziere: nel
Museo Civico di Storia Naturale di Trieste sono conservati i
manoscritti di cinque conferenze che trattavano rispettivamente dei
terremoti, delle grotte, del mercurio, degli abitanti delle grotte e
della sua partecipazione al Congresso Internazionale di Geologia ed
Antropologia di Parigi (15-10 agosto 1900).
Moser
teneva conferenze soprattutto nei circoli triestini di lingua tedesca,
di frequente nella Sezione del Litorale della Società Alpina Austro
Tedesca, nel Circolo Scientifico Militare, nelle Società Austria e nella
Società Schiller, il più importante circolo di lingua tedesca di
Trieste, ma anche in altre città, per es. a Innsbruck, Salisburgo e
Vienna.
Viaggiò
anche molto sia per studio, partecipando a vari congressi e convegni,
che per passione: già nel 1873 visitò la Carinzia occidentale, in
seguitò andò in Moravia, Slesia e Galizia e nei Carpazi, dopo l'arrivo a
Trieste visitò i dintorni della città, l'Istria, la Carniola, il Sud
Tirolo, nel 1883 e nel 1886 andò in Dalmazia, nel 1893 lo troviamo con
il figlio Karl in Bosnia, dopo una grave malattia partì per l'Egitto,
sempre in compagnia del figlio Karl, per un viaggio di un mese, nel 1907
lo troviamo nell'isola di Susak, probabilmente per organizzare i gruppi
etnografici che nel 1908 parteciparono a Vienna al solenne corteo in
occasione del sessantesimo anniversario di regno di Francesco Giuseppe.
L.
K. Moser è uno studioso che la scienza sta lentamente riscoprendo,
mettendone in luce sia gli errori di interpretazione e metodo, ma anche
le qualità. Gli si riconosce infatti un ruolo importante nella
speleologia locale e si stanno gradualmente rivalutando le sue ricerche
archeologiche, per es. gli scavi di San Servolo; si ammette che il suo
approccio alla toponomastica era molto più scientifico di quello degli
altri studiosi locali che spesso inventavano denominazioni e neologismi;
si riconosce che era rispettato ed ammirato dai propri studenti in cui
seppe instillare l'amore e l'entusiasmo per la speleologia e anche dagli
abitanti delle zone visitate e dai suoi numerosi informatori locali.
L. Karl Moser presidente del Club Touristi Triestini
Prof.ssa Lidia Rupel
Il
Club Touristi Triestini era stato fondato il 18 dicembre 1884 con lo
scopo di organizzare escursioni nei dintorni della città e nelle regioni
limitrofe “offrendo ai soci occasione di divertirsi ed in pari tempo
istruirsi sulle condizioni geografiche, geologiche ecc. di questi paesi”
come è chiaramente riportato nel testo del primo statuto. Il 9 marzo
1891 fu approvato dalla I. R. Luogotenenza del Litorale un nuovo statuto
che ampliava l'attività del club alle esplorazioni delle grotte e
istituiva una sezione specifica – il Comitato Grotte. Nel febbraio del
1895 il CTT si dotò anche di un inno-marcia, scritto da Tito Rivo (pseudonimo) e messo in musica dal socio Gustavo Perazzo (1870 – 1913) il cui titolo era “Moto è vita”, nella seduta ordinaria del 20 febbraio 1895 questo titolo fu ad unanimità adottato quale motto sociale.
Si
può giustamente ritenere che Moser divenne socio del CTT, perché gli fu
offerta la carica di presidente, infatti divenne membro del circolo il
14 gennaio 1895 e fu eletto presidente già il 30 marzo dello stesso
anno. Rimase in carica sino al 28 novembre 1899, quando gli succedette
il dott. Metlikovitz, e nella seduta del 24 gennaio 1900 presentò le
proprie dimissioni da socio.
Evidentemente egli
riteneva che si trattasse di una carica di prestigio, inoltre il club
era filogovernativo e coltivava attività care anche a lui: le gite nei
dintorni, le escursioni in montagna, per es. l'ascesa sul Planik e sul
Krn, le ricerche in grotta.
Per di più il Comitato Grotte era composto da suoi ex alunni, in passato membri del circolo speleologico tedesco Hades Verein, fondato il 2 dicembre 1893 e soppresso dalle autorità già nell'estate del 1894. In seguito, nel 1904, esso fu rifondato con il nome di Höhlenforscherverein Hades e divenne uno dei circoli speleologici locali più attivi e ben attrezzati. Poi, nel 1912,confluì nella sezione speleologica
locale della Società Alpina Austro Tedesca e restò attivo sino alla
prima guerra mondiale. Nel 1907 Moser accompagnò i membri del rinato
Hades a visitare la Grotta dell'Orso e i resti del cosiddetto Castello
di Attila.
Nella
seduta direzionale dell'8 aprile 1895, subito dopo la sua nomina a
presidente del Club, il Moser promise di fare del suo meglio “onde
il nostro Club raggiunga quel grado di prosperità e quella elevatezza
di posizione cui i suoi intendimenti, altamente e puramente scientifici,
dilettevoli e di profitto morale e fisico, gli permettono d'aspirare”.
Negli anni 1895 e 1896 Moser fu molto attivo nel CTT e pubblicò nella rivista della società Il Tourista ben sette articoli e una recensione, gli unici testi, per quanto ci è noto, pubblicati in lingua italiana. Il Tourista
uscì mensilmente dal 1894 al 1899, poi, nel 1900, furono pubblicati
solo quattro numeri che si ridussero a tre nel 1901 ovvero a due
nell'anno successivo, nell'ultimo decennio, 1903-1913, uscirono solo 5
numeri, e precisamente le annate X-XV.
Generalmente
il Moser presiedeva alle sedute del Club e partecipava agli incontri
ufficiali e ai festeggiamenti come per esempio nel 1896 alla visita
della Sezione autonoma di Fiume del Club Alpino Ungherese, alle
escursioni, alle ricerche svolte dal Comitato Grotte per esempio nella
Caverna del Pettirosso, nella Grotta dell'Orso presso Gabrovizza, nella
Caverna di Pausane presso Materia, nella Grotta Tilde presso S. Croce
ecc. Sostenne anche il progetto del Club di costruire un belvedere sulla
c. d. Strada Napoleonica nella p. c. Doran (p. c. n. 2231/2) a
Contovello in occasione del cinquantesimo anniversario di governo
dell'imperatore Francesco Giuseppe. Risultò però estremamente difficile
sia individuare il luogo, dove costruire il monumento, sia ottenere
l'approvazione del progetto che fu approvato appena nel 1899. Il CTT
costruì il Belvedere, cioè una torre rettangolare, posta su un rilievo
di 276 m, appena nel 1908. Dopo il primo conflitto mondiale e dopo lo
scioglimento del CTT il Belvedere divenne proprietà della Società Alpina
delle Giulie che lo rinominò Vedetta Italia. Nel 1944 i tedeschi lo
rasero al suolo ritenendo che potesse indicare la rotta agli alleati
durante le incursioni aeree.
Alla realizzazione di questo progetto Moser destinò l'incasso ricavato dalla vendita dei biglietti per la sua conferenza “sul risultato degli scavi e delle sue ricerche paleontologiche nelle caverne-dimora dei trogloditi nei pressi di Nabresina”.
La conferenza si svolse a Trieste il 27 marzo 1896 nell'aula magna
della Società Austria e vi parteciparono 231 persone: 116 soci, 115 non
soci. Un'entusiastica relazione di G. B. Urban fu pubblicata nel numero di maggio del Il Tourista. E' interessante notare che in quell'occasione Moser mostrò due dei reperti rinvenuti nella Grotta del Pettirosso (Pejca v Lašci), la cui autenticità fu successivamente messa in dubbio, e precisamente “un pezzo di mascella” con incisa la figura di un cinghiale e un frammento con incisa “una testugine marina”.
Nel
giugno del 1897 egli compose anche alcune Tabelle paleontologiche con
gli oggetti scoperti nei suoi scavi nelle grotte che furono esposte
nella sede sociale.
Il professor Moser era molto stimato dai soci del Club Touristi Triestini come si evince dalle numerose espressioni di rispetto riportate nella rivista sociale, come per esempio: Moser, il miglior conoscitore del Carso... “il Club, diretto da così abile nocchiero ...”, “ competentissimo maestro”, mentre nella
relazione sui festeggiamenti per il dodicesimo anniversario del Club
che ricorreva il 18 dicembre 1896 è riportata una descrizione molto ben
riuscita di Moser nel ruolo del vecchio e saggio maestro: “Il nostro
strenuo Presidente signor Prof. Dr. L. C. Moser, fatto segno
dell'attenzione generale, con la competenza che lo distingue e con
l'ardore ispiratogli dal suo amore per la preistoria e per la grande,
inesauribile madre natura, fatto centro d'un grosso crocchio di giovani volonterosi, impartiva loro, simile ad antico filosofo, i
precetti della sua lunga pratica di tourista-scienziato, ed i giovani
pendevano dal suo verbo, nel loro interno ripromettendosi di seguire gli
utili insegnamenti”. L'autore dell'articolo riesce con poche frasi a
cogliere il carattere dello studioso: il suo amore per la preistoria e
la natura, il vizio da buon professore di dare consigli, particolarmente
riuscita però è la definizione di “tourista-scienziato” nella quale la sua febbrile attività di ricercatore si coniuga con il suo entusiasmo per le escursioni.
Tra i soci del Club le relazioni personali erano basate sull'amicizia e sull'allegria, infatti le gite
di
solito terminavano nelle trattorie paesane tra canti e divertimento,
tra queste è spesso citata la trattoria Dolenc di Devinscina presso
Prosecco, il cui proprietario era socio del Club. I membri del club
infatti non erano solo italiani, ma anche sloveni e tedeschi.
L'appartenenza etnica non rappresentava nel CTT una discriminante, di
primaria importanza era la lealtà nei confronti dell'imperatore e dello
stato. Proprio durante la presidenza del Moser fu nominato socio
onorario e in seguito, nel 1898, protettore del Club l'Arciduca
austriaco Lodovico Salvatore (1847–1915). Quali fossero i sentimenti dei
membri del Club nei confronti della monarchia austro-ungarica risulta
subito chiaro sfogliando il numero di ottobre della rivista Il Tourista, pubblicato
subito dopo la morte dell'imperatrice Elisabetta, uccisa il 10
settembre 1898, in cui sono riportate numerose accorate espressioni di
dolore per il lutto che aveva colpito lo Stato.
Sembra
che dopo le sue dimissioni agli inizi del 1900 il Moser non ebbe più un
ruolo attivo nel sodalizio triestino. Sicuramente visitò la mostra
speleologica del 1903, inaugurata il 26 settembre nell'allora sede del
Club in via Giacinto Gallina 6 e nella quale erano esposti anche 138
reperti archeologici, da lui rinvenuti nella Grotta del Pettirosso.
L'esposizione fu visitata anche dall'Arciduca Lodovico Salvatore che in
segno di apprezzamento inviò in dono 37 delle sue opere per la
biblioteca sociale.
Il 23 novembre 1904 partecipò ai festeggiamenti del Comitato Grotte in occasione della scoperta della duecentesima grotta.
Nel
decennio successivo il Club continuò la sua attività sociale e tra le
grandi imprese da esso portate a termine in questo lasso di tempo
ricorderemo sicuramente l'apertura al pubblico della Grotta Gigante che
si tenne il 5 luglio del 1908. Dopo il 1913 non si hanno più notizie
sulla sua attività e nel 1922 tutto il materiale documentario del Club
passò alla Società Alpina delle Giulie.
I dati riportati sono desunti dal volume: S. Flego, L. Rupel (a cura
di),"Ludwig Karl Moser (1845-1918) tra Vienna e Trieste", Atti della
Giornata internazionale di Studi, tenutasi a Trieste, 21 novembre 2008,
Ljubljana 2012, a cui si rimanda anche per la bibliografia.
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