13.5.2018: discorso di L. Santin per il 301° genetliaco di Maria Teresa d'Austria

Foto di Max Maraldo
Pubblichiamo il discorso del dr. Luciano Santin, Presidente della Società triestina di cultura Maria Theresia, pronunciato in occasione del 301° genetliaco dell'augusta sovrana.

Siamo qui un’altra volta a ricordare Maria Teresa d’Austria, artefice prima delle fortune di Trieste, sotto questa targa plurilingue apposta anni fa dalla “Società di cultura triestina Maria Theresia”, che rappresento. Va ringraziato il Consolato di Grecia per la sua disponibilità; venerdì, posto che nel fine settimana gli uffici sono chiusi, abbiamo approfittato la finestra della Console, per rinnovare la corona d’alloro.
Vorrei fare un breve sunto di quanto accaduto nell’anno trascorso. Nel 2017, 300° dalla nascita di Maria Teresa, oltre 25 associazioni cittadine avevano chiesto che le venisse intitolato il Canale da lei fatto scavare, prima struttura portuale cittadina e asse della nuova Trieste sorta sulle antiche saline. Un sondaggio promosso dal quotidiano il Piccolo aveva evidenziato l’87% di pareri favorevoli all’iniziativa.
Il Comune aveva inizialmente detto che la cosa competeva all’Autorità portuale, poi, davanti alla smentita di quest’ultima, aveva ribadito il suo no con una sentenza lapidaria del sindaco: “La decisione è politica”. Ed era stata tempestivamente rimossa una targa che avevamo apposto sulla testata del canale.
Due giorni dopo, il 15 maggio 2017, erano approdate in Consiglio comunale due mozioni sull’argomento. Approdate e approvate. Dopo la laudatio di rito per Maria Teresa, la prima mozione, presentata dal capogruppo della Lega Paolo Polidori, e sottoscritta dai consiglieri del suo partito, impegnava il sindaco
Affinché annualmente venga ricordata dal Comune di Trieste la figura di Maria Theresia” e “Affinché si crei un percorso storico/culturale che valorizzi la storia degli Asburgo a Trieste”.
La seconda mozione, presentata da un consigliere di opposizione, il pd Giovanni Barbo impegnava invece il sindaco “A farsi parte attiva presso gli enti competenti, perché venga annunciata l’integrazione del nome Canal Grande con quello di Maria Teresa e la dicitura Canal Grande Maria Teresa compaia con evidenza nelle targhe apposte presso il medesimo. Alternativamente impegna il sindaco a individuare, sentite le associazioni cittadine firmatarie dell’appello per attribuire il nome di Maria Teresa d’Austria al Canal Grande, un sito di pari importanza”.
Le due mozioni sono passate a maggioranza, con voto trasversale. Forza Italia non le ha votate – dico questo non per polemica o propaganda partitica, ma per esigenza di chiarezza.
Le mozioni sono state approvate, dunque, ma non hanno avuto seguito. E da informazioni ufficiose in Comune sembra che non ci sia, da parte della giunta, intenzione di onorare l’impegno affidato al sindaco dal Consiglio comunale.
Probabilmente la situazione è ancora plastica, sapete che Polidori firmatario della mozione per la festa di Maria Teresa sarà vicesindaco. Comunque, dal momento che la Kaiserin e la data del suo genetliaco risultano divisive, non intendiamo forzare su questo punto. Maria Teresa è la figura cui Trieste è debitrice più di chiunque altra, ma questo i triestini lo sanno, e il centro città ci parla delle sue scelte illuminate.

Foto di Claudia Cernigoi

Dalla chiusura del Comune è scaturita da parte nostra un’altra proposta, sempre a livello di pour parler: l’istituzione di una Festa di Trieste, sul modello della Festa del Friuli.
Sapete che lo scorso 3 aprile è stata celebrata la Piccola Patria con cerimonie, cortei, concerti, spettacoli, la consegna di bandiere nelle scuole, la composizione di un inno, eccetera eccetera.
Il Piccolo di oggi parla di “festa di Maria Teresa”, in realtà come riferimento è stata scelta non un personaggio ma una Weltanschauung, una visione del mondo e del destino della città.
E’ parso opportuno individuare il trittico 1717, 1718 e 1719, tre secoli fa, con i tre atti che hanno consentito la nascita e la crescita della Trieste moderna: la libertà di navigazione nell’Adriatico, proclamata da Carlo VI nel 1717, la pace con l’Impero Turco firmata a Passarowitz, oggi Požarevac, nel 1718, e la costituzione del Porto Franco, che è del 1719.
Libertà e pace rappresentano le condizioni necessarie perché la città assolva alla sua vocazione di crocevia internazionale, interfaccia tra est e ovest, tra nord e sud. Una vocazione negata dal ’900, che ha fatto di Trieste una città contesa, divisa, e le ha assegnato un destino di limes armato, cose che tanto l’hanno ferita e tanto hanno contribuito alla sua decadenza.
La libertà, la pace e il lavoro speriamo siano idealità che non trovino l’opposizione di nessuno. Sotto questi segni, dunque, abbiamo chiesto al Comune di formalizzare una giornata per ricordare, festosamente e senza occasione di contrapposizioni, la storia della città, e per valorizzarne le tante specificità, legate al suo essere melting pot e ponte tra l’Europa il Mediterraneo.
In questo spirito, e tenuto conto anche delle opportunità turistiche offerte dalla bella stagione, si è proposta quale possibile data per la “Festa di Trieste” il 1 giugno, legato alla Patente di libera navigazione, o, in alternativa, il 21 luglio, giorno della pace tra la Casa d’Austria e la Sublime Porta. C’è anche il 18 marzo, giorno del Porto Franco, che però è in un periodo climatico e meteorologico meno felice.
Questo è quanto, ritenevo fosse giusto comunicarvelo, ringrazio gli intervenuti all’incontro, il Pihalni orkester di Ricmanje/San Giuseppe, che ci allieta con le sue esecuzioni, e la signora Lisa Angelini, titolare del laboratorio Liberty che ci delizierà con le sue “Teresiane”, specialità dolciaria creata in onore della sovrana.

Luciano Santin


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