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Foto di Max Maraldo |
Pubblichiamo il discorso del dr. Luciano Santin, Presidente della Società triestina di cultura Maria Theresia, pronunciato in occasione del 301° genetliaco dell'augusta sovrana.
Siamo
qui un’altra volta a ricordare Maria Teresa d’Austria, artefice
prima delle fortune di Trieste, sotto questa targa plurilingue
apposta anni fa dalla “Società di cultura triestina Maria
Theresia”, che rappresento. Va ringraziato il Consolato di Grecia
per la sua disponibilità; venerdì, posto che nel fine settimana gli
uffici sono chiusi, abbiamo approfittato la finestra della Console,
per rinnovare la corona d’alloro.
Vorrei
fare un breve sunto di quanto accaduto nell’anno trascorso. Nel
2017, 300° dalla nascita di Maria Teresa, oltre 25 associazioni
cittadine avevano chiesto che le venisse intitolato il Canale da lei
fatto scavare, prima struttura portuale cittadina e asse della nuova
Trieste sorta sulle antiche saline. Un sondaggio promosso dal
quotidiano il Piccolo aveva evidenziato l’87% di pareri favorevoli
all’iniziativa.
Il
Comune aveva inizialmente detto che la cosa competeva all’Autorità
portuale, poi, davanti alla smentita di quest’ultima, aveva
ribadito il suo no con una sentenza lapidaria del sindaco: “La
decisione è politica”. Ed era stata tempestivamente rimossa una
targa che avevamo apposto sulla testata del canale.
Due
giorni dopo, il 15 maggio 2017, erano approdate in Consiglio comunale
due mozioni sull’argomento. Approdate e approvate. Dopo la laudatio
di rito per Maria Teresa, la prima mozione, presentata dal capogruppo
della Lega Paolo Polidori, e sottoscritta dai consiglieri del suo
partito, impegnava il sindaco
“Affinché
annualmente venga ricordata dal Comune di Trieste la figura di Maria
Theresia” e “Affinché si crei un percorso storico/culturale che
valorizzi la storia degli Asburgo a Trieste”.
La
seconda mozione, presentata da un consigliere di opposizione, il pd
Giovanni Barbo impegnava invece il sindaco “A farsi parte attiva
presso gli enti competenti, perché venga annunciata l’integrazione
del nome Canal Grande con quello di Maria Teresa e la dicitura Canal
Grande Maria Teresa compaia con evidenza nelle targhe apposte presso
il medesimo. Alternativamente impegna il sindaco a individuare,
sentite le associazioni cittadine firmatarie dell’appello per
attribuire il nome di Maria Teresa d’Austria al Canal Grande, un
sito di pari importanza”.
Le
due mozioni sono passate a maggioranza, con voto trasversale. Forza
Italia non le ha votate – dico questo non per polemica o propaganda
partitica, ma per esigenza di chiarezza.
Le
mozioni sono state approvate, dunque, ma non hanno avuto seguito. E
da informazioni ufficiose in Comune sembra che non ci sia, da parte
della giunta, intenzione di onorare l’impegno affidato al sindaco
dal Consiglio comunale.
Probabilmente
la situazione è ancora plastica, sapete che Polidori firmatario
della mozione per la festa di Maria Teresa sarà vicesindaco.
Comunque, dal momento che la Kaiserin e la data del suo genetliaco
risultano divisive, non intendiamo forzare su questo punto. Maria
Teresa è la figura cui Trieste è debitrice più di chiunque altra,
ma questo i triestini lo sanno, e il centro città ci parla delle sue
scelte illuminate.
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Foto di Claudia Cernigoi |
Dalla
chiusura del Comune è scaturita da parte nostra un’altra proposta,
sempre a livello di pour parler: l’istituzione di una Festa di
Trieste, sul modello della Festa del Friuli.
Sapete
che lo scorso 3 aprile è stata celebrata la Piccola Patria con
cerimonie, cortei, concerti, spettacoli, la consegna di bandiere
nelle scuole, la composizione di un inno, eccetera eccetera.
Il
Piccolo di oggi parla di “festa di Maria Teresa”, in realtà come
riferimento è stata scelta non un personaggio ma una Weltanschauung,
una visione del mondo e del destino della città.
E’
parso opportuno individuare il trittico 1717, 1718 e 1719, tre secoli
fa, con i tre atti che hanno consentito la nascita e la crescita
della Trieste moderna: la libertà di navigazione nell’Adriatico,
proclamata da Carlo VI nel 1717, la pace con l’Impero Turco firmata
a Passarowitz, oggi Požarevac, nel 1718, e la costituzione del Porto
Franco, che è del 1719.
Libertà
e pace rappresentano le condizioni necessarie perché la città
assolva alla sua vocazione di crocevia internazionale, interfaccia
tra est e ovest, tra nord e sud. Una vocazione negata dal ’900, che
ha fatto di Trieste una città contesa, divisa, e le ha assegnato un
destino di limes armato, cose che tanto l’hanno ferita e tanto
hanno contribuito alla sua decadenza.
La
libertà, la pace e il lavoro speriamo siano idealità che non
trovino l’opposizione di nessuno. Sotto questi segni, dunque,
abbiamo chiesto al Comune di formalizzare una giornata per ricordare,
festosamente e senza occasione di contrapposizioni, la storia della
città, e per valorizzarne le tante specificità, legate al suo
essere melting pot e ponte tra l’Europa il Mediterraneo.
In
questo spirito, e tenuto conto anche delle opportunità turistiche
offerte dalla bella stagione, si è proposta quale possibile data per
la “Festa di Trieste” il 1 giugno, legato alla Patente di libera
navigazione, o, in alternativa, il 21 luglio, giorno della pace tra
la Casa d’Austria e la Sublime Porta. C’è anche il 18 marzo,
giorno del Porto Franco, che però è in un periodo climatico e
meteorologico meno felice.
Questo
è quanto, ritenevo fosse giusto comunicarvelo, ringrazio gli
intervenuti all’incontro, il
Pihalni orkester di Ricmanje/San Giuseppe, che ci allieta con le sue
esecuzioni, e la signora Lisa Angelini, titolare del laboratorio
Liberty che ci delizierà con le sue “Teresiane”, specialità
dolciaria creata in onore della sovrana.
Luciano
Santin
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