Il temporale delle 8
di mattina scompiglia i piani previsti per
i festeggiamenti per il raggiungimento di quest’importante
traguardo nelle attività sociali del CTT.
Dovevamo
partire alle 9.30 da Bazovica in direzione Črni
dol, per una bella camminata semi-esplorativa che ci avrebbe portato
sulla cima del monte Javor (1323m), con bella vista sulle foreste e
sulla cima dello Snežnik (Nevoso).
Partiamo
invece alle 11.00, dopo che l'aria è stata
rinfrescata da una bella scrosciata di
pioggia. Fortunatamente i 36°C di ieri sono solo un brutto ricordo.
Il cielo è pittorescamente coperto di nuvoloni con tutte le tonalità
di grigio possibili.
Purtroppo
sei persone, timorose della possibilità di venir troppo rinfrescate
da un temporale, rinunciano alla camminata. Ma altre tredici non si
arrendono, perché, come dice un veterano dei boschi del Nevoso “Le
mejo gite xe quele con la piova”!
Cambiamo
quindi programma per restare più vicini a
Golac, dov’è prenotata
la cena sociale. Raggiungiamo Poljane, nella
Čičerija slovena: un paesetto le cui case sono per la metà
distrutte, ma portano ancora le scritte inneggianti
ai vincitori della seconda guerra mondiale. Sotto una linda notiamo
un vistoso alveare, probabilmente di api selvatiche.
Ci
dirigiamo quindi a sud, su una bella e comoda strada forestale, in un
rinfrescante bosco di faggi, lungo il costone di Grbarje. Aggiriamo
il monte Batica passando a 100m dal confine
con la Croazia.
A
Ravni kot ci aspetta un meraviglioso esemplare di faggio
plurisecolare a
candeliere, vero monumento naturale alla ricchezza della verde natura
ćića. Sotto i
suoi rami possenti consumiamo il pranzo
al sacco.
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Stara bukva a Ravni kot (foto C. Zivec) |
Rifocillati saliamo in cima al Goli vrh (942m) che, come dice il suo nome, è un colle nudo, spogliato della vegetazione arborea dalla forte Bora che qui soffia e da essa mantenuto a pascolo. C’è ancora l’iperico, šentjažovka e le nostre socie più “strighe” ci informano delle sue miracolose proprietà terapeutiche. Il panorama è spettacolare: va da Kozina alla Vremščica, al Nanos, allo Snežnik. A sud, spunta anche la cima dell'Učka/Maggiore. Tre (3) gocce di pioggia.
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Sul Goli vrh |
Continuiamo quindi verso lo stagno Ribnik, la cui sorgente
carsica è purtroppo asciutta a causa della prolungata carenza di
precipitazioni. Lo specchio d’acqua si è ridotto ed è tutto
intorbidito a causa della frequentazione di un branco di cavalli
lasciati al pascolo semi-selvaggio. Infatti, dopo pochi metri li
troviamo: alcuni bei puledri, giumente ed uno stallone con campanella
al collo, come fosse una mucca.
Giriamo
lentamente verso nord, ma il richiamo dell’Ostrič
(su alcune carte è riportato Oštrić) si
fa irresistibile. In cima ci aspetta un panorama ancora più vasto,
comprendente alcuni rilievi della Ćićarija
croata (Orljak, Gomila, Žbevnica). Una bella sorpresa è il
nuovo timbro affisso sul palo di vetta: così possiamo registrare sul
nostro Tourenbuch la testimonianza della trecentesima escursione.
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In cima all'Ostrič (foto C. Zivec) |
Scendiamo verso nord, aggiriamo il Gornjanski Žabnik e rientriamo nella faggeta. Un po’ di strada forestale e poi giù per una vecchia e ripida pista d’esbosco che attraversa Lom e ci riconduce ai prati di Poljane.
Puntuali,
alle 18, raggiungiamo l’agriturismo pri Cepčovih
a Golac, che ci attende con quattro tavoli
imbanditi. Le socie, i soci e gli amici che desideravano partecipare
ai festeggiamenti ci hanno raggiunto. Così, tra le prelibatezze
della cucina locale possiamo alzare i nostri bicchieri augurandoci
altre meravigliose gite. I partecipanti alla 300ª escursione
ricevono il diploma di partecipazione, gentilmente stampato da
Roberto Barresi, ed una maglietta col distintivo sociale. Così tutti
possiamo partecipare ad una bella foto ricordo collettiva.
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Dopo le premiazioni. (foto C. Zivec) |
I festeggiamenti si chiudono con le note del nostro inno sociale “Moto è vita!” musicato nel 1895 dal m.o Gustavo Perazzo, che viene cantato per la prima volta dopo circa un secolo di oblio.
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