12 ottobre 1915: muore l'arciduca Lodovico Salvatore, patrono del Club Touristi Triestini

 

Il 12 ottobre 1915 a Brandeis moriva l'arciduca Lodovico Salvatore, protettore del CTT.

Riportiamo gli articoli dell'Osservatore Triestino.

L’OSSERVATORE TRIESTINO, Trieste, Mercoledì 13 ottobre 1915, p. 1, anno CXXXI, n. 266.

  • Morte dell’arciduca Lodovico Salvatore. / (B) Praga, 12 ottobre. Oggi alle 2.30 pomeridiane è spirato nel suo castello di Brandeis sull’Elba l’arciduca Lodovico Salvatore. Sua Altezza I. e R. l’arciduca Lodovico Salvatore era nato a Firenze il 4 agosto 1847. Era colonnello proprietario del reggimento 58 fanteria, socio onorario dell’Imperiale Accademia delle Scienze in Vienna e dell’Accademia delle Scienze in Praga e cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro. L’estinto Principe passò buona parte della sua vita ritirato e consacrato a viaggi e studi scientifici, particolarmente d’oceanografia, frutto dei quali restano importanti pubblicazioni. Le sue dimore preferite erano il castello di Miramar in Palma sull’isola di Maiorca e la sua tenuta presso Muggia. L’Estinto era una figura popolarissima nella vicina Muggia e a Trieste, dove s’era cattivato il più rispettoso attaccamento.

L’OSSERVATORE Triestino, Trieste, Giovedì 14 Ottobre 1915, p. 1, anno CXXXI, n. 267.

CRONACA. Per la morte dell’arciduca Lodovico Salvatore. La notizia del decesso di Sua Altezza I. e R. l’arciduca Lodovico Salvatore, figlio del granduca Leopoldo di Toscana (morto il 29 gennaio 1870) e della sua seconda consorte Maria Antonia principessa delle Due Sicilie (morta il 7 novembre 1898), fu appresa con profondo rammarico in tutti i circoli della città e per i rapporti che l’Estinto manteneva con gli scienziati del paese e per l’aura di schietta popolarità che circondava da moltissimi anni la figura, semplice e modesta, e l’attività del Principe. L’opera scientifica dell’estinto Arciduca nota soltanto alle Accademie delle Scienze, ai circoli scientifici e ai cultori di studi e proprietari di biblioteche, è consegnata in un numero considerevole di opere, fra le quali parecchie trattano di argomenti di immediato interesse anche per i non scienziati e particolarmente per le popolazioni di queste provincie. Tornerà quindi gradito ai lettori di avere un quadro dell’attività scientifica dell’Estinto nel seguente elenco delle sue pubblicazioni: Il Golfo di Buccari – Porto Rè (1871) – Levkosia, la capitale di Cipro (1873) – Qualche parola sulle Kaymene (1874) – Viaggi in Yacht nelle Sirti (1874) – Una escursione nel Golfo di Corinto (1876) – Un fior dalla terra dell’oro ovvero Los Angeles (1878) – La strada carovaniera dall’Egitto alla Siria (1879) – Bizerta e il suo avvenire (1881) – Intorno al mondo senza volerlo (1881) – Hobarttown ovvero villeggiatura estiva agli antipodi (1886) – Fogli volanti da Abbazia (1886) – Paxos e Antipaxos nel Mar Jonio (1889) – Le isole Lipari (8 volumi, 1893-1896) – Naufragio ovvero Sogno d’una notte d’estate (1894) – Rondayes de Mallorca (1895) – Columbrettes (1895) – Fiabe di Majorca (1896) – Benzert (1897) – Cannosa (1897) – Le Baleari (2 volumi, 1897) – Alboran (1898) – Ustica (1898) – Bougie, la perla dell’Africa settentrionale (1899), - L’isola Giglio (1900) – Ramleh quale soggiorno invernale (1900) – Helgoland, bozzetto di viaggio (1901) – Panorama di Alessandretta (1901) – Zante (2 volumi, 1904) – Sul taglio dell’istmo di Stagno (1906) – Parga (1907) – Saggio di una storia di Parga (1908) – Annotazioni su Leucade (1908) – Canale di Calamata (1910) – Forti di rocce di Majorca (1910) – Qualche cosa su Mostre universali (1911) – Porto Pi (1914) – Espressioni di tenerezza e parole vezzeggiative nella parlata friulana (1915). Tutte queste opere costituiscono una parte preziosa nelle pubbliche biblioteche dell’Impero, nella ragguardevole Raccolta di libri del Club Touristi Triestini e nelle ricche librerie delle più cospicue famiglie di Trieste. A proposito del Club Touristi triestini, va rilevato che l’estinto Arciduca era patrono di quel sodalizio dal 29 aprile 1898; ad esso inviava in dono le sue opere e il 27 ottobre 1903 visitava personalmente l’Esposizione di speleologia disposta dal Club nella sua sede d’allora. L’opera “Fogli volanti da Abbazia” veniva tradotta in francese e un anno dopo la sua pubblicazione, cioè nel 1887, da Leucht Maximilien con il titolo “Feuilles Vollantes d’Abbazia”. Il compianto Principe non appose mai il proprio nome alle opere scientifiche da lui pubblicate, ma nel 1901 onorò di un contributo letterario da lui firmato Archidu Louis-Salvator le colonne del “Figaro” di Parigi. Larticolo dell’Arciduca, uscito nel “Figaro” del 12 settembre 1901, recava il titolo “La voce dell’onda” (“La voix de la vague”). L’eccelso Autore vi descriveva magistralmente le impressioni che i mutevoli fenomeni del mare producono sull’osservatore che abbia il senso della grandiosità e bellezza della natura. Lo studio dell’Arciduca era un fantasioso svolgimento del motto premesso quale tema: “Pari a specchio, il mare ci dà il riflesso di quelle sensazioni che ci animano nel momento in cui lo contempliamo”. L’Arciduca vi descrive il mare in bonaccia, in bufera, in risacca, sotto la sferza del sole e al chiaro di luna. Sono altrettanti quadri pittoreschi nei quali si rilevano e il fine poeta e l’osservatore acuto ed esperto della natura, l’amico del mare che si affaccia con dimestichezza all’immenso elemento. Sulla personalità dell’estinto Arciduca usciva nel 1889 un’opera di Leone Woerl dal titolo “Erzherzog Ludwig Salvator als Forscher des Mittelmeeres”. Dall’Ufficio del Magistrato civico viene trasmessa la seguente comunicazione: Per la morte dell’arciduca Lodovico Salvatore, il quale era per la sua affabilità e cortesia generalmente noto in questa città, dove il suo decesso ha suscitato vivo rimpianto, il Commissario Imperiale, a nome di Trieste, ha fatto deporre una ghirlanda sulla bara del defunto Arciduca. La Direzione del Club Touristi Triestini ha deliberato una manifestazione di lutto per la morte dell’eccelso suo Patrono.

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