16.9.2023: trionfano al Premio Cergoly la storia e il dialetto triestino

 

Si è svolta, lo scorso sabato 16 settembre 2023, la premiazione della settima edizione del concorso letterario “Carolus Cergoly” del Club Touristi Triestini (CTT). Il premio si propone di valorizzare opere scritte (tesi, lavori di ricerca, saggi, romanzi, poesie, racconti, reportage) o in alternativa audiovisive (documentari, video, esperimenti d’arte) dove chiaramente si evidenzi il carattere a-nazionale, pluriculturale e plurilinguistico di Trieste/Trst/Triest, di Fiume/Rijeka e dell’ex Litorale Austriaco nel suo insieme.
Come nell’edizione del 2021, la premiazione ha potuto avvalersi degli spazi dello Slofest, nel solco di una feconda collaborazione con il festival degli sloveni.
La regista Loredana Gec, conosciuta voce di Radio Trst A, ha introdotto la serata, ricordando che “nei nostri incontri si parlano più lingue e dialetti”, qual è d’altronde riflesso di questa città “caleidoscopio di lingue, culture e religioni”. E tale è stata anche la presentazione, condotta con una mescolanza di dialetto triestino, italiano, sloveno e tedesco.
Il presidente del CTT Alessandro Sgambati ha ricordato, presentando la settima edizione, come “il triestino sia la nostra lingua franca” e ha portato i saluti di Rossella Cergoli Serini, nipote nella lontana Roma di Carolus Cergoly e della Comunità ebraica triestina. Lo Slofest viene inaugurato il 15 settembre, ha ricordato Sgambati, il quale segna anche la data dell’entrata in vigore del Trattato di pace del 1947 e la nascita di quel Territorio Libero del quale anche il CTT richiede la piena applicazione. Cergoly d’altronde era stato direttore del Corriere di Trieste per diversi anni; e proprio il giornale aveva una caratura indipendentista, riaffermando con forza i valori della pace, della neutralità e della demilitarizzazione.

Il dott. Pierluigi Sabatti, già presidente del Circolo della Stampa e socio onorario del CTT, ha dichiarato che “c’è una Trieste che io amo ed è la Trieste plurima ed è questa, dello Slofest”. “Il CTT - ha continuato Sabatti - sta facendo un lavoro egregio, anche se forse non molto conosciuto” e proprio nell’occasione del Festival Sabatti si è domandato “perchè in questa città ancora non si propone lo sloveno come lingua da conoscere?”. Infatti “passi in avanti sono stati fatti, come testimonia questo tendone di S. Antonio, ma la strada è ancora lunga”. 

Il dott. Damir Murković ha portato i saluti della Comunità Croata della città, ricordando che in una “Trieste di molteplici anime, è la cultura a fare da collante”. E ne sono due esempi il premio letterario Carolus Cergoly e il saluto, in sloveno, del nuovo vescovo Enrico Trevisi alla cerimonia di commemorazione dei quattro antifascisti fucilati a Basovizza. Il Club 3 Popoli, col quale il CTT ha avviato da tempo una feconda collaborazione, è intervenuto con il suo fondatore e primo presidente Dr. Artur Roßbacher, che ha recato i saluti dell’associazione austriaca, affermando che “apprezziamo molto le attività transfrontaliere del CTT” e che “ci auguriamo una futura collaborazione”.
Il dott. Ernesto Masucci ha portato i saluti della Comunità evangelico-luterana di Trieste, ricordando che proprio la Comunità, nell’occasione della campagna nazionale dell’8x1000, avesse usato una frase “Siamo il sale della terra” che si adatta bene anche allo stesso premio letterario Cergoly. Infatti “iniziative come le vostre che promuovono fratellanza e amicizia tra persone diverse sono una dimostrazione di cosa davvero sia il sale della terra”.

La giuria del Premio Cergoly ha poi elencato i diversi partecipanti al concorso: Alberto Costa, con la tesi di laurea in geografia storica dell'Università degli studi di Trieste (UNITS), intitolata “Il Club Touristi Triestini 1884-1922. “Moto è vita”: una società sportiva a cavallo tra Impero e Italia”; Lucrezia Figatti, con la tesi in Didattica della lingua italiana dell’Università degli studi di Bologna, intitolata “e da Ivanka che era, l'hanno chiamata Giovanna… La lingua italiana a Fiume, tra storia civile ed educazione linguistica.”; Martin Poljsak con un’indagine storica denominata “Stric Karlo je očitno umrl zaman/ Lo zio Karlo sembra essere morto invano”; S. S. con la tesina di maturità sulla manipolazione delle masse; Valentina Smojver con la tesi dell’Università di Rijeka/Fiume intitolata “Un patrimonio letterario nascosto e inedito: Osvaldo Ramous tradotto e traduttore” e Giovanna Ursini col Diplomarbeit dell’Università degli studi di Innsbruck intitolata “Le tracce del tedesco nel lessico del dialetto triestino”.

Perchè il CTT?” si è chiesto il dott. Alberto Costa. “La mia ricerca mi ha permesso di studiare una parte della società triestina che, sotto le bandiere dello sport e del moto, tentava di stemperare gli ardori nazionalisti del periodo”. Infatti “il Club non aveva pregiudizi di sorta: vi ritroviamo davvero tutti i cognomi dei popoli dell’impero asburgico”. Costa ha poi riepilogato le attività svolte dal Club; ovvero la trasformazione della Grotta Gigante; la costruzione della Vedetta Giubilare; l’indefessa attività apolitica e anazionale. Nonostante infatti “le comunicazioni con le autorità avvenissero in italiano, tutte le lingue erano presenti. E, con ogni probabilità, si parlava anche il dialetto triestino" ha concluso Costa.

Lucrezia Figatti ha ripercorso la propria esperienza di ricerca a Rijeka/Fiume, osservando che “lì la lingua italiana è valorizzata e portata in alto”; un comportamento che non si limita a Rijeka, ma si estende anche all’Istrio-quarnerino e all’entroterra di Zagabria, dove vi è anche una forte presenza della lingua tedesca. Un risultato dunque positivo e di imprimatur alla tutela dell’italiano fiumano, rispondendo alla domanda dalla quale era nata la ricerca: “Quali dinamiche nell’insegnamento dell’italiano in un contesto slavofono?”.

Giovanna Ursini ha infine concluso la rassegna - erano infatti assenti gli altri partecipanti - osservando, quale preliminare ammissione biografica, che “sono triestina, e ho vissuto gli ultimi dieci anni in Austria”. Pertanto “il dialetto triestino è la mia prima lingua”.
In quest’ambito la Ursini ha iniziato “un lavoro di ricerca dei termini di origine tedesca nel triestino; ve ne sono infatti più di 200”. Tuttavia “vi è incertezza sullo studio delle origini delle parole, complicate a Trieste dall’intermediario sloveno”. Ursini ha infatti citato il caso del ‘Bubez (bubec)’; questi deriva dal tedesco ‘Bube’, ma il suono “tz” (c) è chiaramente una particella slovena. Pertanto i triestini hanno recepito un termine tedesco attraverso, a propria volta, l’appropriazione linguistica slovena.

La giuria, a seguito della presentazione, ha infine giudicato uno per uno i testi presenti.
Loredana Gec ha osservato, all’interno del testo della Lucrezia Figatti, il “grottesco fenomeno sociale per cui le minoranze in Jugoslavia erano libere di tacere nella propria lingua” rilevando che oggigiorno i fiumani preferiscono definirsi “né italiani, né croati, ma di nazionalità fiumana”. Però il lavoro presentava errori ortografici e grammaticali, nella seconda parte “anche gravi” i quali ne hanno inficiato la qualità.

Il dott. Daniele Furlan, presidente della giuria del Premio Cergoly, ha conferito - tramite Paola Alzetta, vicepresidentessa del CTT -  il secondo premio al dott. Costa, osservando come la sua tesi fosse “uno spaccato della Trieste asburgica plurinazionale e pluriculturale” dove particolarmente apprezzata è stata la scelta del CTT di cent’anni fa di adottare una toponomastica plurilingue e inclusiva.

Il primo premio è infine stato assegnato a Giovanna Orsini, citandone come “apprezzata e significativa la parte in cui l’autrice offre un contributo relativo all’utilizzo del dialetto nella didattica delle lingue straniere”.
Un’opera che rientra perfettamente “nell’orizzonte linguistico cergolyano”.


 


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