10.5.2024: terza rassegna della letteratura austriaca. Alpe Adria, "laboratorio di Pace". Lo sguardo inquieto di Werner Wintersteiner
di Zeno Saracino
Un manifesto per la pace: dal locale di Trieste, al regionale dell'Alpe Adria, al continentale della vecchia Europa. Si è svolta infatti con uno sguardo proteso al presente la terza Rassegna della Letteratura Austriaca su TRieSTe e Litorale, tenutasi il 10 maggio, nella cornice della sede del Circolo della Stampa. L'organizzazione è stata curata dal Club Touristi Triestini (CTT) con il patrocinio del Club Tre Popoli di Klagenfurt/Celovec, di Radio Capodistria, di Literar Mechana, del Forum austriaco di cultura Milano, dell'Associazione Biblioteca Austriaca UNIUD, della Società umanistica Histria e dell'Associazione Italia-Austria.
I video della serata:
1) https://youtu.be/vnZbhadD9dE?si=ZOEi7TneOcp37Xg3
2) https://youtu.be/mLWk2MkdCdk?si=-71X8z7k-0MHYkNr
3) https://youtu.be/K1r06pr2Fdo?si=Vutsy1bOLQLZ81_m
4) https://youtu.be/fKO8-cNxZJ4?si=VsI65LqyB0exO7e6
5) https://youtu.be/-t7h51gZh6E?si=O3DPeUqwE2zvgLU6
6) https://youtu.be/2DD34XvHUUM?si=hZFN9etFnaPdpSZ3
7) https://youtu.be/ql6bYS3Rm64?si=8QJFPU--hsKyOV08
8) https://youtu.be/8hMcsq04EKU?si=5sr-t725E9eMOi_o
Il Presidente del CTT Alessandro Sgambati ha introdotto la terza rassegna, ricordando come ricorresse ieri (9.5.2024) "la Giornata dell'Europa, una festa di pace che segna la fine della Seconda Guerra Mondiale" e come ricorresse anche "l'anniversario della nascita dello scrittore sloveno Ivan Cankar" (10.5.1876).
Inoltre, proprio il giorno dopo (11.5.2024), il CTT si impegnava per il Pot ob žici, la Marcia lungo il reticolato di Lubiana.
Il CTT, in coerenza con la sua identità storica, pone una semplice richiesta tramite la Rassegna: "Noi vogliamo che i nostri rappresentanti politici risolvano le situazioni conflittuali con gli strumenti della diplomazia e non con il sangue dei cittadini".
Il presidente del Circolo della Stampa Luciano Santin – moderatore dell'incontro assieme all'interprete dal tedesco e vice presidentessa della Società Triestina di Cultura Maria Theresia Luciana Cossutta – ha commentato nel preambolo come la Rassegna stavolta ruoti sul concetto di confine, "sul quale il Circolo si era impegnato con riferimento al confine orientale" e sulla pace, "tema oggigiorno disperatamente attuale".
Forse per ammorbidire l'uditorio, forse in ricordo dei precedenti appuntamenti di sapore più romanzesco, la Rassegna è iniziata con un intervento della scrittrice Katharina Riese.
L'autrice ha tratteggiato la trama di un'originale opera ('Ach Triest!'), ricostruita attraverso uno strumento poverissimo, il gradino prima della spazzatura: gli scontrini. Si sussegue allora sotto gli occhi del lettore triestino una geografia urbana ricostruita tramite biglietti di Trieste Trasporti, scontrini di supermarket, ricevute di negozi, fatture di ristoranti e così via. Una grande geografia fiscale che riflette (involontariamente) l'affollarsi di bar e negozietti nella Città vecchia; quella desertificazione diretta conseguenza del turismo mordi e fuggi. Non appartiene certo a questa categoria la Riese che soggiornò a Trieste a metà anni duemila per un lungo periodo, onde realizzare un vecchio sogno d'infanzia: imparare la lingua italiana.
"Aver raggiunto l'età della pensione è stata per me scrittrice un sollievo – racconta – avevo finalmente tempo di scrivere e Trieste era sempre stata al centro delle mie fantasie". In particolare "desideravo avere una stanza a Trieste con vista sul mare". Dopo aver desistito per i costi eccessivi, Riese si orienta sull'idea di imparare l'italiano a Trieste, frequentando un corso presso Santa Maria Maggiore, nell'ex Collegio dei gesuiti.
Ed è qui, faticando a comprendere l'italiano, che la Riese incontra la stupefazione dello scontrino, descritto come "una passione insolita".
Ma per quale scopo potrà servire una banale ricevuta? "Si tratta di un oggetto di sfaccettata potenza espressiva" attraverso cui è possibile "imparare parole e brevi frasi in italiano, ad esempio i saluti".
Quale scontrino ricorre con maggiore frequenza? Il bar e il supermercato; col senno di poi un anticipo della Trieste massificata degli ultimi anni.
La Rassegna è poi entrata nel vivo con l'intervento principale incentrato sul 'Manifesto Alpe-Adria. Voci per una Regione europea di pace e prosperità' di Werner Wintersteiner.
L'ospite - che ha parlato in un ottimo italiano - è infatti un veterano dei movimenti pacifisti: attivo dagli anni della Guerra Fredda in Austria, Wintersteiner è una delle principali voci pacifiste transfrontaliere all'affannosa ricerca di una giuntura pacifista tra i tre angoli della Mitteleuropa. Il Manifesto, frutto di anni di lavoro e di molteplici autori, tratta il tema della pace all'interno della macro regione geografica comprendente l'ex Litorale Austriaco: dal Friuli, all'Austria, alla Slovenia. Terre funestate dai più brutali conflitti novecenteschi; dai quali Wintersteiner si augura emerga il nuovo modello di pace e convivenza del ventunesimo secolo.
"I pacifisti in tempi (relativamente) pacifici non vengono presi sul serio, mentre in tempi di guerra sono "i nemici", vengono considerati pericolosi" ha spiegato Wintersteiner.
Nel 1980, ha ricordato, "l'Italia era con la NATO, L'Austria un paese neutrale e in Slovenia il movimento pacifista preparava il terreno per l'indipendenza e anticipava l'idea di una Slovenia non armata, con difesa non violenta".
Da quei decenni la situazione non è però migliorata: se l'Italia introduce sempre più nelle scuole un punto di vista nazionalista sulla storia e vi sono invece forti riserve da parte del nazionalismo sloveno che si sente 'attaccato' dall'idea di una storia (e un pacifismo) comune, in Austria prevale un forte disinteresse, a partire dalle autorità scolastiche. Quando sarebbe pertanto maggiormente necessario un forte movimento pacifista, a fronte delle guerre in corso nell'Europa stessa, i tre paesi dell'Alpe Adria sembrano fermi, specie a livello di istituzioni. Eppure, secondo Wintersteiner, occorrerebbe comunque concentrarsi sull'Alpe Adria che potrebbe diventare "un laboratorio di pace".
"Occorre educare al coraggio della speranza anche quando la situazione sembra volgere al peggio" ha spronato Wintersteiner. E in questo contesto lo studio del passato e l'insegnamento nelle scuole costituiscono elementi fondamentali: serve "studiare la pace per insegnare la pace" e nel contempo giungere a "un punto di vista trinazionale", perché "la storia pesa molto sulle nostre società, servirebbe discutere insieme i punti storici delicati del nostro comune passato".
Fuoriuscendo dall'ambito di Alpe Adria, Wintersteiner ha poi ribadito come servirebbe " un'alleanza con i paesi del sud del mondo". Infatti, ogni qual volta Wintersteiner ha visitato le librerie di un altro continente, si è sorpreso da quanto libri discutessero "come cambiare totalmente la società, c'è aria di rivoluzione all'estero". Insomma, se "l'Austria è un dormitorio, il sud è un laboratorio".
Molti dei concetti presenti nel Manifesto sottintendono un ruolo centrale delle Regioni, specie come unità geografica: Wintersteiner lo descrive come "un regionalismo progressista" e nel caso di Alpe Adria "un regionalismo transfrontaliero". La Regione infatti può essere concepita "come un contrappeso all'Unione Europea, un 'qualcosa' in cui la gente possa rispecchiarsi". Infatti "le persone si identificano con l'idea dell'Europa, ma è poi difficile identificarsi culturalmente con le istituzioni europee".
Servirebbe avere "una regione a geografia flessibile", infatti "ci sono cose che devono essere decise a livello comunale, altre a livello provinciale, ma vi sono anche cose da decidere con organismi sovranazionali". Si avverte un bisogno di "organismi democratici, transnazionali e flessibili necessari per discutere determinati argomenti".
Il concetto di Regione sottintende poi quello linguistico; infatti "io parlo un po' di italiano, ma non parlo lo sloveno. Eppure dovrebbe essere possibile che io parli la mia lingua e l'altro risponda nella sua, questo dovrebbe essere il fatto naturale".
E un'unica Regione dovrebbe anche comportare un unico sistema di trasporti; nonostante ciò "i mezzi pubblici di collegamento sono una catastrofe, hanno fatto solo le autostrade, i collegamenti ferroviari funzionano poco", riflette Wintersteiner.
E la stampa, si è interrogato Santin. Quale sostegno offrono i mass media austriaci al pacifismo dell'Alpe Adria? "In Austria nessuno mi pubblica – spiega Wintersteiner – qui in Italia ho invece ricevuto spazio dal Messaggero Veneto e dal Manifesto".
Il Manifesto dell‘Alpe Adria:
DOWNLOAD gratuito: italiano – tedesco – sloveno: https://colloquium.aau.at/
inglese:
https://www.peace-ed-campaign.
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