di Zeno Saracino
13.07.2025 - 09.00 - Si è rinnovata, come ogni anno, la commemorazione dell'incendio del Narodni Dom, avvenuta il 13 luglio 1920. A confronto con gli anni precedenti la cerimonia si è svolta venerdì 11 luglio, in orario serale, alla presenza delle autorità della Società civile slovena, della senatrice Tatjana Rojc, del console generale della Slovenia e dei rappresentanti delle organizzazioni degli Sloveni in Italia, la Slovenska kulturno-gospodarska zveza/ Unione Culturale Economica Slovena (Skgz) e la Svet Slovenskih Organizacij/ Confederazione Organizzazioni Slovene (Sso).
Il Club Touristi Triestini (CTT) era presente, qual è ormai sua tradizione da svariati anni, coi membri del Direttivo Loredana Gec, Alberto Costa e Carlo Zivec.
La cerimonia è stata piuttosto breve e sobria, scandita da discorsi in sloveno con traduzione in italiano: dopo aver rilevato, quale punto di partenza ineliminabile per studiare l'incendio del Narodni Dom, il testo di Borut Klabjan e Gorazd Bajc, "Battesimo di fuoco. L'incendio del Narodni dom di Trieste e l'Europa adriatica nel XX secolo. Storia e memoria" (tradotto in Italia da Il Mulino, 2023), il vicepresidente della Fondazione "Narodni Dom" Walter Coren ha osservato come il prestigioso edificio di Max Fabiani non fosse solo centro comunitario, ma ospitasse l'Hotel Balkan, una caffetteria, un teatro e svariati studi professionali. Proprio a questo proposito ci si è interrogati, a seguito del formarsi della Fondazione necessaria per la restituzione dell'edificio alla comunità slovena, "su quali attività che potrebbero svilupparsi nel palazzo", avanzando tra le tante l'ipotesi di "un recupero dell'attività teatrale". Occorrerà inoltre pensare a "un piano di autofinanziamento".
Ricordando come, secondo l'articolo 3 della Costituzione Italiana, "tutti i cittadini hanno pari dignità", Walter Coren ha osservato il "diritto insopprimibile dei componenti della comunità slovena di interloquire con le autorità italiane nella propria madrelingua"; infatti "non è solo una questione di diritto, ma di piena tutela della dignità e della personalità dell'individuo", (ri)sollevando a questo proposito la necessità della "cartellonistica bilingue".
Il CTT, come le altre associazioni ed enti presenti, ha apposto la propria corona, in ricordo di una barbarie che, tra revisionismi rampanti e un clima di crescente nazionalismo, suona oggigiorno alquanto attuale. Il fuoco dei nazionalismi si era da tempo spento, ma c'è chi, negli ultimi anni, cospira per ravvivarne le braci anche in Europa.
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