Domenica 5 marzo 2017 alle ore 16.30 visiteremo la mostra "Nel segno di Klimt. Gorizia salotto mitteleuropeo"
A
Gorizia, salotto mitteleuropeo e capitale di una Contea di
nazionalità italiana e slovena, appartenente all’Impero
austro-ungarico, molti furono gli artisti che si formarono a Vienna –
allora capitale anche per Gorizia – a Monaco e a Berlino. Era una
prosecuzione “naturale” degli studi artistici, perché proprio a
cavallo del secolo Vienna – e più ancora delle altre due città
tedesche – rappresentava la meta ideale. La neo costituita
Secessione viennese, quel gruppo di artisti che volevano innovare
l’arte senza tuttavia “condannare” quella dei padri, era un
punto di riferimento per i giovani, educati nelle regioni dell’Impero
a non essere trasgressivi, ma al valore della Bildung,
all’aristocrazia dello spirito, e quindi a dar prova di capacità,
volontà ed entusiasmo. Anche nella Contea si respirava Secession:
non tanto a Gorizia quanto a Grado, dove artisti viennesi avevano
portato sull’Isola innovazioni e fermenti artistici.
Punto di incontro e di confronto, la nostra Contea si arricchì
dell'apporto delle nuove idee, ma anche Vienna, Monaco Berlino si
arricchirono della vitalità, della creatività e dell’originalità
dei nostri artisti, che italiani nel cuore e nella passione, le
trasferirono nei dipinti e nelle sculture, mediandole con soluzioni
innovative.
PERCORSO
L'esposizione
si apre con un omaggio a Dante, il grande italiano
che rappresentò per i Secessionisti un esempio da imitare. Alla sua
profondissima e integerrima moralità guardavano gli artisti viennesi
che da lui imparavano a seguire il loro destino senza piegarsi a
nessuno. Klimt e tanti artisti e scrittori, accaniti lettori della
Divina Commedia, erano particolarmente ispirati dal Dante
dell’Inferno.
Un artista della Contea formatosi a Vienna, Alfonso Canciani
(1863-1955) espresse nel grande Bozzetto
per il Monumento a Dante,
con cui vinse sin dal 1896 premi prestigiosi, la forza satanica dei
dannati che si torcono ai piedi del Poeta impassibile. Socio
ordinario della Secessione Canciani si affermò a livello
internazionale per la sua scultura; il Bozzetto
infatti fu esposto a importanti mostre internazionali d'arte a
Venezia, Berlino, Roma e nella stessa Vienna.
Nella
sala, allestita secondo la concezione hoffmanniana del Raumkunst
(arte degli spazi) si trovano opere di artisti che furono legati alla
Contea. Ernst Stöhr
(1860-1917), membro fondatore della Secessione viennese, artista a
tutto tondo che creò con un numero di „Ver Sacrum“ un
insuperabile Gesamtkuntwerk
e che dell’amico Giacomo Ceconi, l’impresario friulano del grande
traforo di Piedicolle della linea Transalpina, evidenziò l’anima
in un ritratto a pastello; Rudolf Jettmar (1869-1939), attivo
collaboratore della rivista della Secessione, nelle cui anche
inquietanti xilografie ritroviamo paesaggi a noi noti, come il
castello di Duino; Josef Maria Auchentaller (1865-1949) che,
ispirandosi alla IX Sinfonia di Beethoven, affiancò Klimt nella
grande Esposizione, affrescando una parete di una sala laterale al
Fregio
klimtiano. Ma se l’affresco è andato perduto, non così le sue
opere, manifesti e dipinti che in una sinfonia di colori del cielo,
del mare e della sabbia immortalano la sua seconda patria, Grado, la
spiaggia più amata dell’Impero danubiano, unica località che ebbe
l’onore di vedersi protagonista su una copertina di „Ver Sacrum“.
Incontro
- confronto: così era allora la cultura, in cui le nazionalità di
origine e del cuore erano un tuttuno.
Per
la prima volta il segno voluttuoso della Vienna di fine secolo viene
messo a confronto con il segno incisivo e tormentato della Berlino
espressionista. Le due capitali, messe a confronto, anche attraverso
la moda, sono le protagoniste del primo piano che oltre ad offrire al
visitatore lettere autografe di Gustav Klimt, presenta tre bei
disegni di Egon Schiele del Leopold Museum di Vienna e le copertine
di „Der Sturm“ firmate Oskar Kokoschka. Una sezione „speciale“
è dedicata ai libri per bambini, illustrati dai più importanti
grafici del tempo, fra cui Czeschka che firma anche il libretto Die
Nibelungen,
considerato il capolavoro della grafica di fine secolo.
Al
secondo piano una rassegna di quadri e manifesti di autori locali che
si sono formati a Vienna, Monaco e Berlino, fra cui Camaur,
Collavini, Levrier, Gemma Verzegnassi e Gino de Finetti, che
collaborò a diverse riviste esposte in due lunghe file di bacheche.
Una
sezione adedicata agli architetti, fra cui Max Fabiani e Silavano
Barich, che operarono a Vienna ma anche nella Contea chiude la
rassegna.
NEL
SEGNO DI KLIMT. GORIZIA SALOTTO MITTELEUROPEO
A
cura di Marina Bressan e Marino De Grassi
Museo
Santa Chiara a Gorizia, Corso Verdi 18 A – GORIZIA
Dal
16 dicembre 2015 al 26 marzo 2017
Orari:
Venerdi e sabato 10.00 – 13.00 / 15.30-19.00
Domenica
: 10.00-13.00 / 15.30- 19.30
Visita
guidata con i curatori ogni domenica alle 16.30
INGRESSO
GRATUITO - VISITA GUIDATA GRATUITA
Catalogo
a colori, di circa 300 pagine a cura di Marina Bressan e Marino De
Grassi. Prezzo in mostra €20,00.
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