17.11.1869: inaugurazione del Canale di Suez


Da terra, il 17 novembre 1869, la sterminata folla smaniosa di assistere alla solenne apertura del canale navigabile che avrebbe unito il Mediterraneo al Mar Rosso poteva osservare oltre ottanta imbarcazioni tra navi da guerra, bastimenti e piroscafi, reali e privati, ancorate di fronte a Porto Said.
Dalle tribune allestite per accomodare gli ospiti illustri di tutta Europa lo spettacolo fu memorabile: erano in rada il “Greif” che aveva fatto arrivare l’imperatore Francesco Giuseppe I, il francese “Aigle” con a bordo l’imperatrice Eugenia che rappresentava Napoleone III, il “Mabroussa” di Ismail Pasha Sultano d’Egitto e poi gli altri vascelli per Federico principe ereditario di Prussia, per il granduca Michele di Russia e il principe Guglielmo Enrico d’Olanda: tutti assieme presenti per quella che sarebbe stata la prima cerimonia solenne islamico-cristiana. Gli astanti poterono osservare simultaneamente guerrieri circassi, militari indiani dell’esercito britannico con i caschetti bianchi coloniali, fellah dai copricapi variopinti, beduini e tutto un brulicare di persone dalle più disparate provenienze.
I festeggiamenti furono memorabili e durarono diversi giorni.
In realtà il canale non era ancora del tutto compiuto e i lavori di allargamento e aggiustamento proseguirono ancora per anni al fine di permettere il transito a navi via via sempre più grandi. Recentemente poi, il canale è stato raddoppiato (2015) per consentire il passaggio delle navi portacontainer che oggi arrivano a 400 metri di lunghezza per 55 di larghezza, con pescaggi che raggiungono i 14 metri.
All’epoca inizialmente era permesso il transito delle navi solamente di giorno ed i traffici non diedero agli azionisti gli introiti ipotizzati. La “Società di studi per il canale di Suez” fu istituita il 30 novembre 1846 ed era composta da tre gruppi di dieci persone con a capo un ingegnere come membro fondatore senza obbligo di versamenti: Paulin Talabot (gruppo francese), Robert Stephenson (britannico) e Luigi Negrelli (italo-autro-tedesco). Ci vollero poi 23 anni per arrivare a compimento di quella che fu considerata – ed è ancora - la strada maestra via mare per la rotta delle spezie, sia a vantaggio di tutti i porti del Mediterraneo, ma anche di quelli del nord Europa che non dovevano più passare per il Capo di Buona Speranza per raggiungere le Indie. Le posizioni delle potenze europee non furono coerenti nel corso degli anni. I francesi – che vagheggiavano di ritrovare quel canale che gli Egizi nel XII secolo a.C. avevano scavato dal Cairo fino ai Laghi Amari e da lì verso Suez - durante le campagne napoleoniche del 1798 diedero incarico a Jaques Marie Lepère di effettuare per lungo tempo tutti i rilievi necessari nella zona dell’istmo. Prosper Enfantin mantenne vivo l’interesse tramite l’associazione dei sansimoniani e fu alla fine Ferdinand De Lesseps colui che condusse in porto il sogno francese e si fregiò di tutti gli onori.
Gli inglesi erano tra i più agguerriti nell’osteggiare il progetto, timorosi di perdere gli introiti derivanti dai traffici commerciali attraverso le rotte all’epoca percorribili, nonché il loro ruolo strategico. 
Archivio storico del Lloyd Triestino

Nel 1846, quando l’attenzione internazionale cominciò a concretizzarsi, Luigi Negrelli (che era molto noto per le sue realizzazioni ferroviarie in tutta Europa), dopo i contatti con lo scienziato Alexander von Humboldt e gli incoraggiamenti del principe Metternich, inviò una relazione al governo austriaco, illustrando i vantaggi che l’opera avrebbe offerto ai commerci dell’Impero, ricevendo il benestare alla partecipazione alla società internazionale “Compagnia del Canale di Suez”.
Luigi (Alois) Nicolò Maria Vincenzo Negrelli – Cavaliere di Moldelba (Ritter von Moldelbe) era nato nel gennaio 1799 a Fiera di Primiero in quello che allora era Tirolo. Dopo la laurea in ingegneria a 21 anni al Politecnico di Innsbruck già lavorava per il genio civile austriaco occupandosi di strade e corsi d’acqua; andò in Svizzera a San Gallo (con il permesso dell’Imperatore e l’assicurazione di riottenere la cittadinanza al suo rientro dopo il periodo dell’impiego) ad occuparsi sempre di strade e nel 1835 fu ingegnere capo a Zurigo progettando – fra le altre cose – la rete ferroviaria Zurigo-Baden e molti impervi tratti montani. Dopo aver studiato le reti ferroviarie esistenti all’epoca in Europa diresse il completamento della linea Vienna-Praga; dopo il 1848 gli fu dato l’incarico di realizzare una rete ferroviaria nel Lombardoveneto (tracciò la Milano-Venezia), ma la posizione così rilevante che aveva acquisito suscitò invidie e gelosie al punto da istigare una commissione d’inchiesta a suo danno che, accusandolo di esser venuto meno da italiano alla sua dedizione alla Casa d’Austria, lo fece destituire da tutte le cariche. Invece di incassare passivamente il duro colpo organizzò un viaggio in Egitto e cominciò a progettare i lavori per il taglio dell’istmo e la realizzazione del canale di Suez. Al suo rientro fu scagionato da ogni accusa e riabilitato, ma morì nel 1858 senza poter vedere realizzato da altri il suo progetto e senza aver mai goduto dei guadagni derivanti dall’apertura del passaggio. A lui quindi il merito di aver creato la rete logistica per far circolare le merci che sarebbero arrivate nel continente dopo l’apertura dell’istmo di Suez, che fu realizzato tramite i suoi studi ed il suo progetto.
Se l’Impero asburgico non era riuscito ad essere apertamente e costantemente a favore dell’impresa nonostante il fervore dell’Arciduca Massimiliano e di Klemens von Metternich, non aveva sottoscritto direttamente le azioni della Compagnia e malgrado il fatto che nel 1847 il gruppo di tecnici austro-tedeschi era stato il primo ad operare sul posto, Trieste non si fece sfuggire l’occasione. La città si rese protagonista con personalità come Pasquale Revoltella e Karl Ludwig von Bruck nonché con l’intera classe imprenditoriale cittadina determinata, attraverso capitali propri, a dare ossigeno ai traffici che in quegli anni non erano più così floridi come in passato.
A centocinquant’anni dall’istituzione del Porto Franco e cento dalla dichiarazione di Trieste quale “Libera città marittima” l’economia sembrava stagnare. Si creò una perfetta sinergia che stimolò la crescita della città grazie a personalità illuminate che si resero creatrici di nuclei funzionali favorendo con il loro impegno un rapporto virtuoso in cui ciascuno contribuiva al bene di Trieste nel proprio campo di competenza. Funzionavano in sinergia il Lloyd Austriaco di Navigazione, lo Stabilimento Tecnico Triestino, l’Accademia di Commercio e Nautica: riuscirono cioè a mettere insieme tutte le “intelligenze” presenti a Trieste per farla prosperare al meglio. Suez fu l’opportunità per arricchirsi.
Malgrado i viaggi, i progetti, i sogni e tutto il lavoro e gli sforzi profusi Negrelli, von Bruck e Revoltella morirono prima del 17 novembre 1869.
Giulia Stibiel

 
«La parola è sacra ai miei occhi ...
A poco a poco mi consolò il pensiero,
che la Natura non ha posto nessuna barriera all'uomo pensante per fare del bene
e che ogni Paese, dove egli può operare bene, sia per lui Patria
e nessuna sfumatura di opinioni politiche può impedirgli di perseguire il suo scopo».
Luigi (Alojz) Negrelli «Appenzellisches Monatsblatt», nr. 2/1837

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