Il
29 luglio 1946
alle ore 16:30, nel Palazzo del Lussemburgo, all’interno
delle sale dell'ex Senato francese ebbe inizio la
conferenza di pace di Parigi, conosciuta
anche come conferenza dei 21,
con un discorso inaugurale del Presidente del Consiglio
francese George Bidault, iniziato con un saluto a nome del Popolo
francese e del Governo ai delegati delle Nazioni Unite ed amiche
convenuti a Parigi per la prima grande conferenza che doveva
discutere della sistemazione del mondo dopo la Seconda Guerra
Mondiale.
A partire dal 7 agosto 1946, vi fu la partecipazione di una delegazione italiana in qualità di osservatrice, non avendo l‘Italia possibilità di negoziare le clausole del Trattato in quanto nazione sconfitta nella seconda guerra mondiale. La questione del confine orientale italiano vide come soluzione la proposta di 4 linee di frontiera dalle diverse potenze. Vennero bocciate come eccessivamente pro Jugoslavia quella sovietica che passava attraverso Pontebba, Cividale e la foce dell‘Isonzo e quelle americane ed inglese, come troppo benevole verso l‘Italia, che pure modificavano ampiamente ed in favore della Jugoslavia la linea Wilson, mentre venne approvata la proposta francese che, pur non accogliendo tutte le pretese di Tito, cedeva alla Jugoslavia gran parte dell‘Istria, Fiume, Zara e creava il Territorio Libero di Trieste (T.L.T.), provvisoriamente suddiviso in due zone “A” e “B” ed amministrate rispettivamente la prima da un governo militare anglo-americano e la seconda da un governo militare jugoslavo, in attesa che il Consiglio di Sicurezza dell‘O.N.U. provvedesse alla nomina di un governatore, il quale non avrebbe dovuto essere cittadino né italiano, né jugoslavo e nemmeno del Territorio Libero.
A partire dal 7 agosto 1946, vi fu la partecipazione di una delegazione italiana in qualità di osservatrice, non avendo l‘Italia possibilità di negoziare le clausole del Trattato in quanto nazione sconfitta nella seconda guerra mondiale. La questione del confine orientale italiano vide come soluzione la proposta di 4 linee di frontiera dalle diverse potenze. Vennero bocciate come eccessivamente pro Jugoslavia quella sovietica che passava attraverso Pontebba, Cividale e la foce dell‘Isonzo e quelle americane ed inglese, come troppo benevole verso l‘Italia, che pure modificavano ampiamente ed in favore della Jugoslavia la linea Wilson, mentre venne approvata la proposta francese che, pur non accogliendo tutte le pretese di Tito, cedeva alla Jugoslavia gran parte dell‘Istria, Fiume, Zara e creava il Territorio Libero di Trieste (T.L.T.), provvisoriamente suddiviso in due zone “A” e “B” ed amministrate rispettivamente la prima da un governo militare anglo-americano e la seconda da un governo militare jugoslavo, in attesa che il Consiglio di Sicurezza dell‘O.N.U. provvedesse alla nomina di un governatore, il quale non avrebbe dovuto essere cittadino né italiano, né jugoslavo e nemmeno del Territorio Libero.
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Trattato
di pace con l'Italia, Sezione III – Territorio Libero di Trieste,
articolo 21
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Come
scrisse il segretario di stato americano James Byrnes nelle sue
memorie “l'idea del Territorio Libero non garba a nessuno: né
agli italiani né agli jugoslavi; né ai sovietici né agli
americani. Eppure la sua forza stava proprio in questo, nell'essere
una vera soluzione di compromesso, che nessuno avrebbe potuto
rivendicare come una propria vittoria”
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10
febbraio 1947, Firma del Trattato di pace a Parigi nella Sala
dell'Orologio del Quai d'Orsay
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Il
10 gennaio 1947, veniva
emessa la 16^
Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'O.N.U.,
con 10 voti a favore ed 1 astenuto (l'Australia), con la quale
ufficializzava la proposta francese. Il 10
febbraio 1947,
con la firma del Trattato di pace, veniva
recepita dai 21 stati contraenti,
entrando in vigore il 15 settembre dello stesso anno.
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Proclama
n°1 del Comandante anglo-americano, Sir Terence Sydney Airey che
informa gli abitanti della Zona “A”della nascita del Territorio
Libero di Trieste
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Ordine
del Comandante jugoslavo, Banina Ante, che informa gli abitanti della
Zona “B” della nascita del Territorio Libero di Trieste
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Contributo a cura della Burton Society.
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