Di
Zeno Saracino
Il 27 luglio 1857 l'imperatore Francesco Giuseppe inaugurava la
Ferrovia Meridionale Vienna-Trieste con il battesimo dell'ultima
tratta Ljubljana-Trieste,
detta anche Ferrovia del Carso.
Tre anni dopo, nell'ottobre del 1860, la Südbahn raggiungeva la città di Gorizia via Aurisina, intrecciando i propri binari con la rete ferroviaria dell'Italia del Nord (via Cormons-Udine).
Un'efficiente rete di comunicazione, nonostante non fossero stati risparmiati gli sforzi nei secoli, non era mai stata compiutamente realizzata tra il porto di Trieste e Vienna, de facto impedendo alla “città immediata dell'impero” e capoluogo del Litorale (Küstenland) di accedere a quel vasto bacino di mercato che andava dai Balcani all'Austria, connettendo, allora come adesso, Trieste con i porti della Germania del Nord.
Tre anni dopo, nell'ottobre del 1860, la Südbahn raggiungeva la città di Gorizia via Aurisina, intrecciando i propri binari con la rete ferroviaria dell'Italia del Nord (via Cormons-Udine).
Un'efficiente rete di comunicazione, nonostante non fossero stati risparmiati gli sforzi nei secoli, non era mai stata compiutamente realizzata tra il porto di Trieste e Vienna, de facto impedendo alla “città immediata dell'impero” e capoluogo del Litorale (Küstenland) di accedere a quel vasto bacino di mercato che andava dai Balcani all'Austria, connettendo, allora come adesso, Trieste con i porti della Germania del Nord.
La
città finalmente realizzava un potenziale industriale e
spedizioniere finora inespresso, bloccato
dall'eredità mercantile settecentesca; e proprio dopo il
completamento della Südbahn si andavano a porre le fondamenta di
quanto diverrà il “Nuovo Porto Commerciale di Transito”, oggi
volgarmente definito “Porto Vecchio” (Punto
franco nord).
Un moderno sistema intermodale che fosse in grado di connettere le
navi in arrivo alla baia con i magazzini portuali e infine con la
ferrovia stessa, senza ritardi, né disarmonie in un'opera di
ri-locazione delle merci moderna, coerente con un porto che guardasse
non solo al mare, quanto all'entroterra. Trieste a sua volta ne fu
rivitalizzata con l'arrivo di nuove merci, nuovi capitali e nuovi
uomini; il che si tradusse nell'arrivo d'idee capaci di svecchiare
un'élite che rischiava di trasformarsi in un nuovo, immobile,
patriziato.
La
rete ferroviaria della Südbahn (1857), capace di connettere popoli e
merci attraverso le più disparate regioni dell'impero, troverà poi
prosecuzione a livello locale con la Monfalcone-Cervignano (1894), a
sua volta inserita nella rete italiana del basso Friuli via S.
Giorgio di Nogaro (1897), giungendo alla linea
Cervignano-Aquileia-Belvedere-Grado (1910) senza la quale i gradesi
non avrebbero mai goduto dell'attuale economia turistico-balneare.
Il successo della Südbahn trovò poi ideale prosecuzione con la costruzione della ferrovia Transalpina (1906): come la Meridionale forgiata superando avversità naturali e nazionali d'ogni sorta. Tutt'ora, a fronte di un sistema via gomma che si mostra sempre più sgangherato, la Transapina torna a “servire” il porto di Trieste.
Il successo della Südbahn trovò poi ideale prosecuzione con la costruzione della ferrovia Transalpina (1906): come la Meridionale forgiata superando avversità naturali e nazionali d'ogni sorta. Tutt'ora, a fronte di un sistema via gomma che si mostra sempre più sgangherato, la Transapina torna a “servire” il porto di Trieste.
Le
prime tracce della Ferrovia Meridionale risalgono alla proposta del
geologo Franz Xaver Riepl che propose una ferrovia in grado di
connettere Vienna col mar Adriatico aggirando le Alpi Orientali
attraverso l'Ungheria occidentale, giungendo a Maribor, Lubiana e
infine a Trieste.
La
visione del geologo, un pioniere nel campo ferroviario, venne
raccolta dall'imprenditore greco Georgios Sinas, il quale ingaggiò
l'ingegnere Matthias von Schönerer per costruire il primo tratto da
Vienna a Győr a metà strada tra Budapest e Vienna (1836).
Verso
il 1839 Sinas abbandonò i piani per aggirare le Alpi attraverso il
passaggio “magiaro” e preferì proseguire la linea ferroviaria
attraverso Baden, la Bassa Austria e Wiener Neustadt.
Dopo
due anni l'ingegnere Carlo Ghega (1802-1860) valutava come superare
l'ostacolo del Semmering; mentre nel frattempo venivano ripresi i
lavori per la linea che andava da Graz a Mürzzuschlag.
Dopo
lo sconvolgimento quarantottino della Primavera dei Popoli, la
costruzione riprese, con i binari estesi fino a Lubiana; sebbene i
passeggeri dovessero continuare a usare la carrozza per aggirare il
Semmering.
Infine,
con sforzi ciclopici, che meritarono a Ghega il titolo di cavaliere
(Ritter),
venne completata la ferrovia di montagna del Semmering (1848-1854).
L'ultimo tratto della Ferrovia del Carso (Karstbahn)
richiese altri tre anni di fatiche che vennero però ricompensate
dall'immediato successo della tratta che connetteva finalmente
Trieste allo sbocco austro-tedesco.
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