Ci
scusiamo per distogliere la vostra attenzione da temi sicuramente più
importanti quali l'impegno contro il degrado sociale, economico,
morale, culturale, ambientale... o magari la lotta per tentar di far
funzionare il porto franco internazionale di Trieste, ma dobbiamo
chiarire la posizione del CTT sul ricordo di Francesco Giuseppe.
Il
21 novembre 2016, in molte città della Mitteleuropa, è stato
commemorato il 100° anniversario della morte dell'imperatore
Francesco Giuseppe.
Il
Club Touristi Triestini, che non è un'associazione monarchica né
nostalgica, e vuole dedicare le proprie energie alla ricostituzione
di sani legami col retroterra, ha ritenuto di dover partecipare alla
commemorazione facendo pubblicare un necrologio e presenziando alla
Messa solenne officiata in Notre Dame de Sion.
Abbiamo
voluto essere presenti, assieme alla Console onoraria della
Repubblica d'Austria, in un momento nel quale, secondo le parole di
don Malnati la città di Trieste ha offerto un segno di riconoscenza
per ciò che gli Absburgo hanno fatto, trasformando un villaggio di
pescatori in un emporio di importanza mondiale. Abbiamo ricordato la
nostra storia, i triestini caduti in Galizia, perché chi non conosce
la propria storia, si avvia ad un futuro molto fosco.
Di
tutto questo, i “media” locali non hanno riportato una riga.
I
necrologi che abbiamo inviato alla ditta Manzoni ci sono stati
rifiutati “in
quanto non rispettavano
i parametri di pubblicazione. Non è possibile inserire necrologi per
personaggi storici defunti da svariati anni.”
Chi
ha paura di Francesco
Giuseppe?
Eppure
la “Kaiserfest”, manifestazione di dubbio gusto svoltasi la
scorsa settimana sulle rive del Canal Grande ha avuto buona
pubblicità. Anche il fumetto Überfranz e Wundersissi
sembra riscuotere un buon successo.
Saltimbanchi
e ballerine sono ammessi; le commemorazioni serie no.
Chi
ha paura di un personaggio che ha incarnato il primo servitore dello
Stato, capo di un apparato
efficiente e incorruttibile? Chi ha paura del massimo esponente di
un'amministrazione
che ha fatto della tolleranza per ogni religione, del rispetto per
ogni gruppo nazionale, del
rispetto dei diritti di ogni cittadino ila propria azione di governo, come attestano perfino numerosi irredentisti?
Chi
ha paura del ricordo dei tempi nei quali Trieste era un riferimento
di livello mondiale?
I
media locali ci rifiutano i necrologi, quasi decretando l'esistenza
in vita di Francesco Giuseppe e riportandoci tutti indietro di almeno
un secolo, in piena guerra mondiale.
Ricordiamo
che nel 1916 Ervino
Pocar, sospettato politico di irredentismo, riusciva a far istituire
un liceo italiano nel centro di Graz, mentre noi, nel 2016 dobbiamo
lottare con organi di stampa che ci negano la pur costosa libertà
d'espressione e non vogliono dar spazio ad un diffuso sentimento
d'appartenenza.
Il
21 novembre abbiamo dovuto diffidare la Manzoni a pubblicare il
necrologio.
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