Maria Teresa dal grembo fecondo. Di Carolus L. Cergoly


L'Imperatrice Maria Theresia voleva un gran bene a Trieste perché città gentilissima e mercantile perché città gioia dei viaggiatori perché città e questo lo diceva nel suo francese gutturale è una «corbeille de fleurs fraiches comme le printemps pose sur un rocher».

Questo diceva Maria Theresia e poi diceva ancora al suo vecchio e saggio consigliere ungherese conte Palfy: io di questa amabilissima Trieste farò l’ombelico del mondo.

E interrò saline, costruì case e fondaci, scavò canali, slargò strade e alberò le corsie e tutto con manica larga a merletti veramente imperiali e reali.

Il golfo di Trieste il porto di Trieste pieno d'acqua azzurra adriatica con virgole di spiuma.

E arrivarono i velieri, le turche caramussale i cargo-boat ed i bragozzi veneti e le lussuose «Paradiso» con camera nobile a bordo.

E arrivarono assieme alle bandiere con i colori allegri del mondo gente di mare gente di terraferma gente isolana e gente dagli arcipelaghi.

E Trieste fu veramente l'ombelico del mondo l’emporio il portofranco il gran lavorare il benessere il benestante la ricchezza.

E l'Accademia di Nautica e quella del Commercio e le scuole e tutte le illuminate riforme introdotte con grande prudenza e mai applicate da Maria Theresia prima di essere certa della loro buona riuscita.

Maria Theresia quando era ancora arciduchessa era una giovinetta bella come una nuvola di cipria e graziosa come un gelsomino in violino da minuetto.

S'innamorò di Francesco Stefano duca di Lorena non per amore di stato ma per vero innamoramento per amore.

Ah quelle sue lettere in francese curiosamente infarcito di italiano e tedesco. «Caro Viso, vi sono infinitamente grata per le premure nel darmi vostre notizie, perché ero in pena come una povera cagnetta.

Amatemi un po' e perdonatemi se non vi scrivo a lungo, ma sono le dieci ed Herbeville aspetta la mia lettera.

Addio, «Mauslein» vi abbraccio di tutto cuore. Abbiatevi riguardo. Sono la vostra Sponsia dilectissima Maria Theresia».

Si sposarono. «Felice Casa d'Asburgo! I regni che Marte concede agli altri come ricompensa ad essa è Venere che li porta».

E quasi subito il suo imperiale e reale grembo coniò ben sedici figlioli tra maschi e femmine e tutto come in una galleria da wunder kamera intelligenti illuminati e qualcuno con qualche virgola di spadino nascosto in loggia.

Tutto per il popolo ma niente dal popolo.

In Laufe der Zeit, nella corsa del tempo, la città di Trieste è sempre più gentilissima civile e mercantile.

Kronos l'astuto il potentissimo figlio di Gea fermò per Maria Theresia la sua clessidra il 29 novembre del 1780.

Le vocali A.E.I.O.U. erano ancora splendenti d'oro.

Austriae Est Imperare Orbi Universo.

La corsa del Tempo. E la corsa si fermò anche per la città civilissima e mercantile e gentilissima Trieste.

La Catastrofe.

Poi tutto fu sospeso nel vuoto come i personaggi del signor Chagall.

Il futuro di Trieste nascosto in caligine.

E tra le nuvole in rossore i ricordi del tempo felice in miseria.

Le verità sono sempre sgradite.

La catastrofe si è compiuta.

Ed ora ubbriacatevi nella vigna di Baalhamen perchè la gran gente non ha più intelletto. 
 

Carolus L. Cergoly

 
Dal MERIDIANO del 7.2.1980

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