Ritrovato uno stemma del CTT a Socerb/S. Servolo


Il Castello di Socerb/San Servolo/Sankt Serff svetta in una posizione magnifica per contemplare un paesaggio litoraneo senza rivali. 
 
Gli sguardi dei tanti che qui ammirano le bellezze del territorio sottostante sono volti per lo più sul golfo e pochi si interessano invece delle perle di archeologia storica che si possono scorgere ancora sulle mura del maniero: nonostante intemperie tipiche della zona (Bora) e lavori di ristrutturazione anche recenti, solo un occhio molto scaltro - e con un po' di fortuna - potrà scorgere ancora, in un anfratto della muraglia, un simbolo. 
 
 
 
Si tratta inequivocabilmente dello stemma del Club Touristi Triestini e l'incisione va datata secondo i miei studi agli ultimi anni dell'ottocento. Nell’ottobre del 1885, il futuro presidente dell'associazione, L. K. Moser visitò infatti la grotta di San Servolo/Sveta Jama, qui nelle vicinanze, per la seconda volta, dedicandole poi un breve scritto dall’eloquente titolo "Geschichtliche Notizen über die Grotte von Sct. Servolo (slav. Sačerb) und das Schloss gl. Namens bei Triest" (Mittheilungen der Section für Höhlenkunde des Österreichischen Touristen Club, 5, 3, 37- 42) del 1886. Il castello e la grotta cominciavano ad aprirsi a un primo turismo escursionistico e speleologico triestino. L'associazione del CTT era aperta a membri delle varie etnie della Trieste di allora ed era alfiere dell'anazionalità del Litorale Austriaco, diversamente da altre associazioni di carattere rigidamente nazionale. Con gli anni i crescenti contatti tra Touristi triestini, austriaci e sloveni diedero i loro frutti visto che fu proprio A.J. Bunc, l'allora preside della scuola di Dolina/San Dorligo della Valle/San Durlic, a informare direttamente il Moser del ritrovamento di sepolture protostoriche sotto il Castello.
L’emblema oggi ormai scialbo, ma ancora visibile, che ho rinvenuto nelle rocce del Castello va così interpretato: i due spioventi del tetto che non si toccano vanno letti come TT (Touristi Triestini), ed il piano d’appoggio con i due rebbi come una C (Club) rovesciata. Sarebbe un peccato che le intemperie lo deteriorassero definitivamente o qualche ulteriore ristrutturazione cancellasse questa traccia antica, anzi sarebbe bello porla in evidenza, visto che al mio ultimo sopralluogo si distingueva appena nella muraglia.
Prof. Alessandro Radmilovič (it. Ramillo) 
 


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