30.9.2018: P. Alzetta sulla Dedizione all'Austria




Benvenuti a questa celebrazione di una data fondamentale per la storia di Trieste, Ci troviamo sul sito in cui, al posto del monumento che vedete alle mie spalle, all’imperatrice Elisabetta, sorgeva il monumento alla Dedizione di Trieste all’Austria, fatto da Ivan Rendić uno scultore la cui parabola discendente è andata parallela a quella della Duplice Monarchia.

Noi del Club Touristi Triestini - e in questo cito un nostro illustre simpatizzante - non celebriamo con nostalgia, e meno che meno con nostalgie monarchiche, perché il passato non ritorna e perchè non si può camminare guardando indietro, ma con gratitudine. La gratitudine dovuta perché il destino ci ha fatti incontrare un'entità statale, e perché questo incontro ha dato luogo a un'evoluzione straordinaria per entrambi.

Negli ultimi 98 anni si è voluto fare di Trieste una piazzaforte dell'odio, un punto di riferimento e di incontro di odiatori di professione e questa volontà sembra volersi rinnovare oggi. Noi però, pur non buttandoci nella mischia politica, che spesso diventa faziosità partitica, noi rispondiamo con il nostro omaggio alla “Defunta”.

E come diceva il nostro grande giornalista, scrittore e poeta Carolus Cergoly, di cui il CTT ha ricordato qualche giorno fa il 110° anniversario della nascita con un concorso a lui intitolato, “se per gli altri il passato é ormai per sempre 'fu', per me il passato ancora e sempre 'é'”.

Facciamo però finalmente piazza pulita dell'equivoco per cui non essere nostalgici significhi cancellare il passato (o, per usare un'infelice espressione tratta dal più deprecabile gergo politico) 'rottamarlo': chi resta voltato a guardare il passato non avanza. Noi avanziamo perché il nostro passato lo teniamo nelle mani come una perla preziosa, come un libro da cui trarre ispirazione per il presente e per il futuro.

Siamo controcorrente? Non lo facciamo apposta, ma in questo momento ci sembra che sia inevitabile esserlo in questa società dove si vogliono mettere l'odio e la prevaricazione su un piedistallo.

E allora viene spontaneo di concludere ancora una volta con le parole di Carolus Cergoly:
Le mie bandiere,
tessude de tormento,
da sempre le garriva
controvento.

Dr.ssa Paola Alessandra Alzetta
Vicepresidentessa del Club Touristi Triestini

Commenti