Manifesto per una Trieste plurale e multiculturale contro il neoirredentismo


La Direzione del Club Touristi Triestini, nella seduta del 1.7.2019 ha deciso, con il voto unanime dei presenti, di sottoscrivere il

Manifesto per una Trieste plurale e multiculturale contro il neoirredentismo
redatto e promosso da Resistenza storica
(e leggermente corretto dal CTT)

La Giunta comunale di Trieste Trst Triest nello scorso mese di maggio ha deliberato la realizzazione della mostra "Disobbedisco. La rivoluzione di D'Annunzio a Fiume 1919 – 1920"; nella stessa delibera il Comune si impegna inoltre “a farsi carico della produzione e collocazione in luogo da individuare di una statua di Gabriele D'Annunzio”. La spesa complessiva prevista è di 382.190,00 €, di cui 20.000,00 € per la collocazione del monumento.
Dalle motivazioni addotte dal Comune per giustificare tanto la mostra quanto il monumento non emerge alcuna considerazione relativa a Gabriele Rapagnetta D'Annunzio poeta ed artista, ma esclusivamente il suo ruolo nell'occupazione della città di Fiume/Rijeka il 12 settembre 1919, occupazione che fu un vero e proprio atto di pirateria nei confronti delle nazioni che negoziavano il trattato di pace ed un attacco alla diplomazia ed al diritto internazionale.
La marcia su Fiume/Rijeka fu la prima azione militarista verificatasi nel Litorale Austriaco occupato dalla fine della grande guerra, minò profondamente l'autonomia storica della città e segnò l’inizio del declino di Rijeka/Fiume. Lo scopo dell'occupazione era annettere Fiume/Rijeka all’Italia, per “fermare” l’ondata “barbarica” e “slava” che rischiava di “arrivare” su Trieste Trst Triest e Gorizia Gorica Görz Gurize, come sosteneva espressamente Rapagnetta D'Annunzio, con affermazioni razziste che riteniamo inaccettabili al giorno d’oggi, quali queste, tratte da Il sudore di sangue- Lettera ai Dalmati che citiamo solo a titolo di esempio: “Il croato lurido, s’arrampicò su per le bugne del muro veneto, come una scimmia in furia, e con un ferraccio scarpellò il Leone alato (...) Quell’accozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso”.
È chiaro che la motivazione del Comune di Trieste per erigere una statua a Gabriele Rapagnetta D’Annunzio prescinde dal suo valore di letterato e poeta, ma è finalizzata esclusivamente a celebrare l’anniversario dell’impresa fiumana. Pertanto non si tratta di un'operazione culturale, quanto di un'operazione meramente politica, che rischia di offendere le nazioni confinanti ed i diversi popoli che abitano queste terre, dall’una e dall’altra parte del confine.
Considerato inoltre che queste iniziative seguono di pochi mesi alcuni interventi goffi ed irresponsabili pronunciati da esponenti politici locali e di rilievo internazionale sull'“italianità” delle terre istriane e dalmate, ci si chiede se sia opportuno alimentare tensioni diplomatiche che rischiano di compromettere quel rapporto di amicizia e collaborazione che con fatica si è costruito in questi decenni con la Slovenia e la Croazia.
Per queste ragioni, in considerazione che il legame culturale tra Rapagnetta D'Annunzio e Trieste Trst Triest è inesistente, mentre invece ne esiste uno fortissimo di carattere nazionalistico, irredentista e razzista, non possiamo che respingere con forza ogni celebrazione o esaltazione di simboli del nazionalismo, difendendo invece il pluralismo culturale e storico di Trieste.

Per questi motivi ribadiamo con fermezza:
no alla statua di Gabriele Rapagnetta D’Annunzio nella città di Trieste Trst Triest!

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