Premio Cergoly 2019: Duna Viezzoli



Per gentile concessione dell'autrice, pubblichiamo l'introduzione del saggio con cui Duna Viezzoli ha partecipato al Premio Cergoly 2019
"Spiegare ad altri – italiani, europei, latinoamericani, cinesi, …, – il concetto di triestinità è qualcosa che risulta tanto difficile quanto imprescindibile ogni qualvolta mi trovi fuori dal suolo natio. La necessità di trasmettere la peculiarità della mia terra emerge forse dal fatto che all'estero io venga per forza di cose identificata come italiana e che, più me ne allontani e riconsideri con una prospettiva distaccata la mia identità, ne venga immancabilmente travolta. I miei tentativi di razionalizzarla tracciando contorni netti risultano vani quanto quelli di comunicarla a chi mi circonda, creando un cortocircuito interpretativo che non posso definire se non come aporia, come dubbio irrisolvibile. Ecco perché avvicino il tema attraverso un'analisi letteraria, unica risorsa per affrontare un vuoto che né la politica, né la carta geografica, né i libri di storia riescono a colmare. Scipio Slataper (1888-1915) con Il mio Carso (1912) e Paolo Rumiz (1947) con Trans Europa Express (2012) esprimono in modo essenziale la contraddizione della triestinità. I due autori, a un secolo di distanza, si fanno interpreti di quell'impossibilità di darsi una definizione, che non è disagio generazionale, ma costituzionale per gli abitanti di questa terra. Non italiani, non tedeschi, non slavi, i triestini possono riconoscersi solo per quello che non sono. L'aporia concettuale, che è aporia identitaria, è radicata nel modo di essere e sentire triestino, che si identifica con varie parti, ma totalmente con nessuna."

dunisviezzoli@gmail.com 
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