16.7.2020: la lezione di Maria Teresa – Profilassi, cura e benessere sociale.


Il prossimo incontro del Circolo della Stampa, che si terrà giovedì 16 luglio 2020 alle 18, nel dehors del caffè “San Marco”, con la presenza del professor Antonio Trampus, ordinario di storia moderna all’Università di Venezia, ricorderà un momento straordinario avvenuto a Trieste/Trst/Triest all’epoca di Maria Teresa.
Duecentocinquant’anni fa (tra un paio di settimane saranno 251), la fontana di piazza Grande, ultimata appena tre lustri prima dal Mazzoleni, buttò vino, a scelta bianco e rosso, per la gioia dei cittadini.
Accadde in occasione dell’inaugurazione, del nuovo lazzaretto intitolato a Santa Teresa, in omaggio alla sovrana che l’aveva voluto e finanziato con 300.000 fiorini. Era da tempo chiaro che il porticciolo per le quarantene fatto costruire meno di mezzo secolo prima da Carlo VI alla fine della “Sacchetta”, oltre che insufficiente per i nuovi volumi di traffico, risultava troppo vicino alla zona di espansione che sarebbe poi diventata il “Borgo Giuseppino”.
Così, nell’allora remota località di Roiano, si realizzò una nuova e più grande struttura per consentire l’attività portuale senza rischi per la sanità triestina, come attesta la scritta sulla medaglia commemorativa coniata per l’occasione: “Sicuritati publicae et comercio”
Dal 29 luglio al 5 agosto del 1769 si susseguirono le feste nella città vecchia e nella città nuova, il borgo che stava sorgendo sulle rovine delle saline interrate.
Come scrive Antonio Lorenzutti, in un saggio pubblicato nel 1848, la Comunità greca offrì una “grandiosa serata pirotecnica”, si rappresentarono spettacoli e veglioni aperti “a chiunque sia decentemente vestito”, sfarzose luminarie, e una regata sino al lazzaretto, con 100 anfore di vino per rifocillare i partecipanti.
«Il 2 agosto, la Comunità israelitica fece al popolo nella piazza del ponte rosso una cucagna, e Sua Eccellenza diede un pranzo di 30 coperti, dopo il quale si recò al palazzo municipale e dal verone gittò di nuovo al popolo delle medaglie d’argento», scrive ancora Lorenzutti. «In pari tempo il Magistrato civico gittava pure allo stesso popolo dal poggiuolo della stuffa del Comune 200 fiorini in soldoni nuovi. Mentre si faceva correre nella medesima piazza dalla fontana ornata di verde del vino bianco e nero».
Ma il Lazzaretto non fu l’unico intervento di rilievo attuato dalla Herrin di Trieste nel campo della pubblica sanità cittadina. Maria Teresa fece edificare anche l’Ospedale, in seguito Caserma Grande (una struttura molto ragguardevole, stanti le dimensioni della città a metà ’700) e fu attenta nel campo della prevenzione, dall’apertura verso i vaccini all’impulso dato all’ostetricia.
La partecipazione all'evento, che è coorganizzato con il Club Touristi Triestini e la Società Triestina di Cultura "Maria Theresia" richiede prenotazione telefonica al Circolo della Stampa dalle 9 alle 15, allo 040 370371. I posti sono limitati.

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