19.9.2020: a Francesco Toncich il Premio Cergoly 2020

 

Francesco Toncich, David Cusimano e Adriano M. Sancin

Sabato 19 settembre 2020 alle ore 17 nel déhors del Caffè San Marco (ex Corsia Stadion 18) si è tenuta la cerimonia di conferimento del Premio Cergoly 2020, organizzata dal Club Touristi Triestini con il patrocinio del Circolo della Stampa.

Aperto a opere redatte nelle lingue del Litorale (croato, friulano, italiano, sloveno, tedesco e triestino), il premio, giunto alla quarta edizione, è stato istituito dal CTT per ricordare la figura di Carolus Luigi Cergoly Serini (Zriny), scrittore, poeta e giornalista triestino e per evidenziare il carattere anazionale, multiculturale e plurilinguistico di Trieste/Trst/Triest e del Litorale Austriaco.

I finalisti del 2020 sono:

- Cesare Bellomo con il master “La tutela giuridica delle rispettive minoranze nazionali nei rapporti italo-sloveni”;

- David Cusimano con la tesi di laurea magistrale “La Cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Gorizia (1927-1935) e la sua produzione fotografica”;

- Francesco Toncich con la tesi di dottorato “Istrien: eine Versuchsstation des Kulturellen des Habsburgerreiches 1840-1860” (L’Istria: un laboratorio culturale dell’Impero asburgico 1840-1860).

La Giuria è stata presieduta dal dr. Adriano Müncher Sancin e composta da: prof. Piero Purich, prof. Alessandro Radmilovich, dr.ssa Giulia Stibiel, dr. Péter Techet.

La Giuria ha deciso all’unanimità di non conferire il 1° premio.

Il 2° premio (500€) è stato conferito a Francesco Toncich.

Nel suo lavoro si evidenzia il ruolo centrale della rete di scienziati e intellettuali locali e imperiali che plasmarono una nuova identità istriana multinazionale e persino ibrida.

La storia dell’Istria degli ultimi due secoli è indissolubilmente legata a processi storici dell’area mitteleuropea, tantoché l’Istria, come la conosciamo oggi, è da considerarsi un prodotto dell’imperialità asburgica.

La penisola istriana, si trovava nel mezzo dei due grandi porti franchi asburgici Trieste/Triest/Trst e Fiume/Rijeka. Inoltre, dopo il 1848-49 e con la costruzione della principale base navale militare a Pola/Pula (1853–1856), l’Istria divenne lo scudo protettivo dei due porti e, al tempo stesso, un trampolino di lancio per progetti di espansione.

Un ruolo fondamentale lo svolsero i giornali triestino-istriani La Favilla e L’Istria, sotto la supervisione del Luogotenente del Litorale Franz Seraph von Stadion e dell’intellettuale triestino Pietro Kandler.

La stretta collaborazione dei quadri dirigenti e intellettuali istriani e triestini portò a un profondo e complesso ripensamento delle forme di auto-identificazione della società civile istriana.

Negli anni ’50, l’Istria fu scelta dallo Stato e dalla scienza imperiali come uno dei grandi laboratori culturali per sviluppare e testare i nuovi concetti (come diversità/Vielfalt/Mannigfaltigkeit, mescolanza/Vermischung), che fornirono le basi per ristrutturare lo Stato, l’amministrazione e le società locali dell’impero, nonché usata come incubatrice per sviluppare la politica multinazionale dello stato asburgico nei decenni seguenti.

Commenti