Festa dell'albero del Natale 2020

 


Nella ricorrenza del 136° anniversario della sua fondazione, il Club Touristi Triestini augura a tutti buon Natale e felice 2021.

Trieste/Trst/Triest, 18 dicembre 2020


Il nostro albero di Natale.

(Da Il Tourista 1895)

Nella sala dell’albergo all’Obelisco che, come ogni buon triestino sa, ergesi sul punto della cresta della Vena dal quale godesi uno splendido colpo d’occhio sulla città natia, sul suo azzurro golfo e sugli aprichi colli dell’Istria, ebbe luogo quest’anno la nostra tradizionale poetica festa dell’Albero di Natale dedicata alle spettabili famiglie dei signori soci.

Il concorso fu numerosissimo e lieta trascorse la geniale festa fra il brio della vivace gioventù, resa più attraente dalla presenza delle gentili signore e delle graziose signorine socie e invitate.

La sezione mandolinistica, quest’anno istituitasi, non aveva ancora avuto occasione di estrinsecare in pubblico il progresso ottenuto nell’interpretazione dell’ arte dei suoni. Offrì la gentile sua partecipazione per l’occasione e validamente diretta dall’ottimo e colto suo istruttore sig. maestro Riccardo Peperle, svolse un maestrevole concerto consistente nella Reverie di Rosellen, della Meditazione sul 1° preludio di Bach di Gounod e del walzer Sulle rive del Mississipi di E. Bettenghi.

La festa principiava alle ore 5 pom. e la apriva il concerto musicale. I calorosi applausi di saluto, che accolsero l’apparire dei concertisti, si ripeterono insistenti ed entusiastici dopo il primo dei suddetti pezzi. La sezione aveva affrontato con onore per la prima volta il fuoco della ribalta !

Seguiva il concerto di cetra. Il giovine e valentissimo maestro di cetra sig. Gustavo Perazzo con la perizia che lo distingue nella trattazione di questo istrumento complesso e difficilissimo eseguì un pezzo caratteristico del famoso compositore e fondatore della scuola teorica e pratica di cetra C.I.F. Umlauf dal titolo: Un mazzolino di viole. La tecnica sviluppata dal maestro Perazzo in questo e nei susseguenti pezzi meravigliò tutti e li fece addirittura strabiliare pell’agilità delle dita, pel tocco sensibile e pel sentimento d’interpretazione. Alla fine del pezzo come pure alla fine della susseguente Reverie di sua composizione: Al mio caro! gli applausi proruppero scroscianti ed insistenti.

Nell’ esecuzione dell’Ave Maria di Gounod la sezione mandolinistica raccolse tal messe d’applausi da vedersi costretta di concedere fuori programma l’intermezzo della Cavalleria rusticana concedendone fra insistenti applausi il bis. La gentile signorina Amalia Kosak (piano), e l’egregio sig. Bruto Bellafronte (armonium) s’appalesarono di prim’acchito distinti accompagnatori e divisero il trionfo con gli altri. Sui nobili tratti del distinto maestro sig. Peperle si leggeva a chiare e distinte note l’immensa soddisfazione provata nel vedere le sue intelligenti prestazioni, ben valutate dal fine uditorio, coronate da tanto successo. L’arcignità dell’ansia e della preoccupazione aveva dato luogo all’ espressione della soddisfatta coscienza che vede giustamente apprezzate le conseguenze di una seria e severa applicazione del proprio dovere !

Il maestro Perazzo risalutato da insistenti battimani eseguì fra il più scrupoloso, generale silenzio il pezzo di sua fattura intitolato: Fantasia ungherese accolta da insistenti calorosissimi applausi. — Eseguì subito dopo la: Zingarella di Kasteneder, provocando a concerto finito un subisso d’applausi. Fuori programma eseguì una sua Marcia allegra ed accentuata in modo che i nostri giovanotti involontariamente ne segnavano il tempo col piede e colla testa. Inutile il dire che ne vollero il tris a tutti i costi. Il walzer di Bettenghi ribissato chiuse il geniale concerto e tutti s’accalcarono attorno agli amici esecutori stringendo loro calorosamente le mani.

Intanto s’erano apprestate le mense. Preso posto promiscuamente a seconda delle inclinazioni individuali, vennero servite le vivande ed in breve le conversazioni s’intrecciarono vivaci, allegre, insistenti. Con perfetta cavalleria i giovanotti s’affaccendarono attorno le signore e signorine alla loro destra e sinistra prevenendo un desiderio, offrendo spontanei e servendo con rara delicatezza. Il buon umore delle signore e signorine estrinsecò su tutta la linea una sì viva allegria ed un sì compito umorismo da far sparire ogni asprezza di carattere e far subentrare quella famigliare gentilezza ch’era in mente dei proponenti nell’organizzare la festa.

Il direttore-segretario approffittando di un momento di pausa tenne il discorso commemorativo.

Fra la generale attenzione, interrotto da continue approvazioni ed applausi incominciò col tessere la storia del nostro Club, soffermandosi con compiacenza sulle fasi più salienti della vita sociale, enumerò le soddisfazioni godute nel vedere quanti soci spontaneamente contribuirono in ogni occasione all’incremento del sodalizio, prestandosi moralmente e materialmente ciò, che gli richiama alla mente la parabola del granello di senape del Divino Maestro del quale oggi, con un giorno di precedenza, festeggiamo la storica ricorrenza della nascita. Passò a fare il parallelo fra l’estrinsecarsi dell’ attività sociale nel primo anno d’esistenza in cui si fecero tre escursioni e quella dell’odierno in cui s’eseguirono trenta, la salita dello Stoll e circa cinquanta esplorazioni di caverne, grotte, abissi ecc.

Quando accenna all’attività delle Sezioni scoppiano vivissimi applausi specie all’indirizzo della nostra brava ed infaticabile Sezione Grotte.

Chiuse augurando alle nostre gentili socie, ai distinti signori soci ed agli egregi invitati, prosperità, buone feste e costanza nel loro amore verso il Club.

Inutile soggiungere che tutti si congratularono coll’oratore e che i battimani fioccarono entusiasti al termine del discorso.

Si passò finalmente al tanto sospirato momento della distribuzione dei regali. Ognuno ne ricevette uno; fuvvi è vero qualche torcimento di naso nel constatare l’umoristicità di qualche singolo regalo, la generalità però si trovò soddisfattissima: il generoso animo dei signori consoci si estrinsecò come sempre splendidamente.

Venne poi la volta della spogliazione dell’Albero che carico di altri doni, di ornamenti e di lumi, stendeva i suoi rami in fondo alla sala.

I soci Zannis e Pertot in completo nuovo assetto da grottisti, coi lucidi elmi in testa e le accette al fianco, montavano la guardia.

Il socio Widmar, coadiuvato dai consoci Pitacco, Perko, Pertot, e la signorina Pitacco, disimpegno artisticamente il compito affibbiatogli degli addobbi dell’Albero e della Sala.

Alle otto pom. incominciarono le Danze e dati i saldi garretti dei nostri touristi ed esploratori di grotte, non occorre soggiungere che durarono animate fino alla fine, egregiamente dirette dal sig. Peteck.

Alle dieci si intraprese il ritorno per la Strada Vecchia d’Opcina. Multicolori palloncini, portati dai nostri giovanotti illuminavano il tragitto. In città si giunse alle undici pomeridiane.

In tutti rimase vivo il piacere della bella festa passata sì allegramente e sì cordialmente in sì amichevole compagnia.

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