13.7.2023 commemorazine del rogo del Narodni dom

 

Di Zeno Saracino

Una breve e significativa cerimonia si è svolta ieri, giovedì 13 luglio 2023, quando una molteplicità di rappresentanti dello Stato della Slovenia, della Regione Friuli Venezia Giulia e del mondo associazionistico locale hanno ricordato la barbarie dell’incendio del Narodni dom centotrè anni addietro, il 13 luglio 1920.
Dal fuoco, a distanza di oltre cent’anni, la rinascita, perchè la commemorazione è stata anche un’occasione per ricordare a quale punto sia il processo di restituzione del Narodni
dom alla Comunità slovena di Trieste e per inaugurare ‘Stik’, un centro multimediale volto a divulgare la storia e le attività della Comunità slovena in Italia.
Il Comitato Pace Convivenza Solidarietà Danilo Dolci ha preferito affiggere la propria corona di ricordo separatamente alle ore 18. Le autorità hanno invece, con una cerimonia solenne e senza orpelli, apposto la propria corona alle 19. Il Club Touristi Triestini,
per mano del presidente Alessandro Sgambati, ha apposto, qual è tradizione da numerosi anni, la propria ghirlanda commemorativa alla presenza dei rappresentanti sloveni e italiani; erano presenti alcuni membri della Direzione e la vice presidentessa Paola Alzetta. Il ricordo della scomparsa di uno dei più importanti centri culturali della Trieste primo novecentesca - un esperimento culturale all'interno a propria volta di un esperimento architettonico, cioè l’edificio all'avanguardia di Max Fabiani - è proseguito nell’aula magna del Narodni dom. Hanno rievocato la storia dell’edificio rispettivamente il presidente della Fondazione Narodni dom Rado Race, l'ex ambasciatore della Repubblica di Slovenia in Italia Tomaž Kunstelj e il Segretario di Stato per gli Affari Esteri presso la Presidenza del Consiglio della Repubblica di Slovenia Vojko Volk.

Il presidente della Fondazione Narodni dom Rado Race ha spiegato che il passaggio di proprietà dall’Università degli studi di Trieste (UNITS) all’omonima Fondazione slovena rappresenta il completamento del primo punto del protocollo siglato tre anni addietro, nel centenario, dai rispettivi presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor.
Fondamentale pertanto lasciarsi alle spalle il nazionalismo novecentesco, all’insegna invece dei valori europei.
In questo contesto dunque “La restituzione dell’edificio non deve essere vista come un risarcimento alla comunità slovena, ma come un investimento sul futuro”.
L'ex ambasciatore della Repubblica di Slovenia in Italia Tomaž Kunstelj ha rievocato, con tinte letterarie, “le fiamme descritte da Boris Pahor, l’ultimo testimone vivente fino al 2022, che divorarono la presenza slovena a Trieste”, descritta come “una convivenza di successo in un mondo multiculturale”, una “finestra sul mondo un tempo potente dell’ex impero”.

 Al termine della cerimonia è stato presentato il nuovo Centro informativo multimediale Stik: un percorso interattivo che ripercorre la storia della Comunità slovena in Italia attraverso chiavi di lettura usuali quali la letteratura e il folklore, ma senza dimenticare lo sport, la musica e l’arte. Un progetto che sembra anticipare il ruolo ‘europeo’ del Narodni dom: è stato infatti fondato tramite il progetto Primis, a propria volta finanziato con un programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Slovenia.
L'evento è stato organizzato dall'Unione culturale economica slovena (Skgz) e dalla Confederazione delle organizzazioni slovene (Sso), in collaborazione con la Fondazione Narodni dom.

Il progetto prevede altri tre centri multimediali dislocati nell’Istria slovena, nel Friuli Venezia Giulia con Trieste per l’appunto e nel Veneto orientale, volti a divulgare il patrimonio linguistico, culturale e naturale comune delle minoranze dell'area, favorendo un turismo sostenibile e di ‘qualità’.

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