CTT/KTT/TTK 2013-2023: dieci anni di attività

 

  Il 30 settembre 2023 il Club Touristi Triestini festeggerà i suoi primi dieci anni di vita dalla ricostituzione del 2013.
In quest'occasione, grazie al contributo scritto di una trentina di soci, scrittori e simpatizzanti, è stato possibile realizzare un volumetto riassuntivo dell'attività compiute, che verrà presentato mercoledì 27 settembre 2023, alle ore 17:30, nella sede del Circolo della Stampa, Corso 13, TS.
 
 Com’è stato possibile che un’associazione nasca – o rinasca - dal nulla, in mezzo a un nutrito gruppo di soggetti analoghi, più antichi, consistenti, e soprattutto dotati di risorse? E che continui a prosperare laddove gli altri gruppi sono a volte in sofferenza?
    In altre parole, come si spiega il “fenomeno” CTT?
    La storica propensione all’attività escursionistica dei triestini non è ragione sufficiente. Esistevano, ed esistono, molte altre opportunità in grado di soddisfarla. Enti con una più robusta strutturazione e con il sostegno della mano pubblica.
E allora ci dev’essere qualche altra motivazione, al di là dell’imprescindibile e generoso impegno del fondatore e presidente Alessandro Sgambati, elemento quanto mai necessario, ma non sufficiente.
    Forse la ragione sta nel fatto che il CTT ha saputo, senza prosopopea ed enfasi, ricreare una condizione di relazioni umane che si rifà al migliore dei periodi vissuti da Trieste e dal Litorale, quello antecedente al 1914-18.
    Quando cioè non si era ancora radicalizzata quell’ossessione nazionalista italiana, che, come diceva Claus Gatterer, sarebbe da indagare con gli strumenti della psicanalisi e non con quelli della storiografia.
E’ stato, questo, un elemento che ha connotato invincibilmente tutta la realtà di Trieste e dei suoi abitanti, con il fascismo (quello che ha soppresso il Club Touristi Triestini d’antan, vandalizzandone la sede), e con le paure e le violenze successive alla seconda guerra mondiale, protrattesi ben oltre il decennio del Territorio Libero di Trieste.
    Di fatto ne sono state contaminate pressoché tutte le attività, comprese quelle delle associazioni culturali e sportive.
    Occorreva uniformarsi a uno stereotipo di “purezza” italiana assoluta, per il quale si erano schierate anche le due sezioni CAI, massime organizzazioni alpinistico/escursionistiche triestine, che avevano poi formalizzato la cosa negli anni ’80 (vedendosi dare torto in tribunale, stante la violazione dello statuto).
    Il CTT, per l’epoca in cui è sorto, e per i suoi valori ispirativi, è fuori da questa velenosa gora. Rifacendosi a una Trieste naturale crocevia di popoli, non considera il dato nazionale un elemento decisivo. Piuttosto, se preposto ad altri valori e fonte di contrapposizioni, un fattore negativo.
    Trova indifferente il fatto che l’associato parli una o un’altra lingua, e positivo il fatto che ne parli più d’una.
    Pone cioè un richiamo al passato che però interpreta una qualche nostalgia di futuro.
    L’impostazione politico-ideologica (o, se vogliamo, la sua assenza) è un dato fondamentale dal quale discende un’altra caratteristica importante per l’attività del CTT: l’esplorazione del naturale retroterra triestino, sloveno e croato. Il Carso italiano è minuziosamente mappato e conosciutissimo, il territorio oltre confine, invece, è stato a lungo una sorta di terra incognita: hic sunt leones.
    Terzo elemento importante, la misura. Nelle dimensioni ridotte, favorevoli alla familiarità, e nella portata delle proposte, il Club ha intercettato una richiesta di approccio alla natura semplice. Un andare senza avventurismi, senza porsi traguardi, e senza riproposizione di itinerari frequentatissimi.
    Accompagnando il tutto – e qui siamo all’ultima delle ragioni che hanno portato tanti a iscriversi – una modesta ma significativa attività di studio e ricerca, che è riappropriazione della storia patria, qui trascurata, oscurata o addirittura mistificata.
    Le iniziative coraggiosamente intraprese in questo senso (una per tutte, il “Premio Cergoly”) farebbero onore a molte istituzioni culturali.
Luciano Santin, presidente del Circolo della Stampa di TRieSTe

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